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mercoledì 18 settembre 2013

L’audizione del vice ministro agli Esteri Marta Dassù sul ri-orientamento della rete diplomatico-consolare italiana all’estero


CAMERA DEI DEPUTATI

Alle Commissioni Esteri riunite di Camera e Senato

L’audizione del vice ministro agli Esteri Marta Dassù sul ri-orientamento della rete diplomatico-consolare italiana all’estero

Illustrati nel dettaglio chiusure e tempistiche previste, insieme alle misure sostitutive identificate per il mantenimento dei servizi ai connazionali. Circa 8 milioni di euro i risparmi attesi dai provvedimenti, risorse che il vice ministro assicura saranno in gran parte reinvestiti nei servizi compensativi


ROMA – Si torna a discutere del ri-orientamento della rete diplomatico-consolare italiana all’estero alle Commissione Esteri di Camera e Senato, riunite oggi per una nuova audizione del vice ministro agli Affari Esteri Marta Dassù, che entra nel dettaglio di chiusure e tempistiche previste, chiarendo – così come promesso in un’analoga audizione svolta prima dalla pausa estiva dei lavori parlamentari – le “misure sostitutive” identificate per il mantenimento dei servizi ai connazionali. 

Soluzioni compensative definite in seguito ad “un’istruttoria ulteriore”, “rapida ma approfondita”, svolta dal Mae nelle scorse settimane, accertamento che ha coinvolto – precisa il vice ministro – le autorità locali e le associazioni di connazionali presenti nelle aree soggette alle chiusure, soppesando, per l’individuazione di “risposte tailor made, studiate caso per caso”, fattori quali il volume dell’attività consolare, la consistenza della collettività e il suo grado di integrazione, le esigenze dei connazionali, le situazioni locali – servizi effettivamente offerti e le distanze geografiche dalla sede ricevente, - i carichi di lavoro, etc. 

Dassù richiama i criteri generali su cui si basa il piano di riorganizzazione della rete, in primis esigenze geopolitiche e motivazioni normative e di bilancio, riassumendo i dati già esposti nell’audizione dell’ 8 agosto (vedi Inform del 9 agosto: http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/08/alla-commissione-affari-esteri.html) e concernenti la consistenza della rete estera e la sua localizzazione, le dimensioni – via via sempre più ridotte - del bilancio destinato al Mae e la riduzione di personale già avviata. Fattori che determinano la necessità di “trovare un nuovo punto di equilibrio” della presenza italiana all’estero – tra estensione della rete e risorse umane e finanziarie a disposizione, - seguendo dinamiche di riorganizzazione che vengono messe in campo in maniera analoga da altri importanti Paesi europei. Per il vice ministro occorre insomma “cogliere l’occasione della spending review per una riqualificazione della spesa” e “per una seria riorganizzazione funzionale della Farnesina”, riorganizzazione che, a risorse invariate, - se non decrescenti, - dovrebbe consentire al nostro Paese una maggiore presenza sui mercati emergenti e in forte sviluppo, così da favorire quella proiezione internazionale ritenuta fondamentale per innescare la ripresa economica. Proprio a questi nuovi mercati si guarda con le 3 aperture programmate: una a Ashgabat, in Turkmenistan, area importante per il settore energetico, la seconda a Chongquing, in Cina, e, infine a Ho Chi Minh, in Vietnam, aree di forte dinamicità e crescita economica, cui corrisponde anche una crescita nella domanda dei servizi consolari.

Le chiusure invece, “primo passo” che dà seguito a “decisioni già assunte con metodo collegiale, consultando e informando gli organismi competenti, dal Cgie ai sindacati, a partire dall’autunno 2011 – afferma il vice ministro, - riguarderanno la sedi di Sion, Neuchâtel, Wettingen, Tolosa, Alessandria, Scutari, Spalato, Mons, Timisoara, Amsterdam, Adelaide, Brisbane e Newark.

Dassù ha poi chiarito nello specifico le tempistiche delle chiusure annunciate e le misure sostitutive approntate e giudicate efficaci a garantire i servizi all’utenza. “Al 30 novembre 2013 è prevista la chiusura del Consolato di Tolosa, le cui competenze passano al Consolato generale di Marsiglia. La misura sostitutiva prevede l’apertura in loco di uno sportello consolare. Chiudono alla stessa data – prosegue il vice ministro - il vice consolato di Mons, le cui competenze passano al Consolato generale di Charleroi, mentre la misura sostitutiva ideata è quella di un funzionario itinerante, ossia un impiegato di ruolo della sede ricevente che si recherà periodicamente in loco per il disbrigo delle pratiche; il Consolato di Spalato, le cui competenze passano al Consolato generale di Fiume, che verrà potenziato di conseguenza, mentre la misura sostitutiva prevede l’istituzione di un ufficio consolare onorario; il Consolato di Scutari le cui competenze passano all’Ambasciata di Tirana, mentre è prevista l’istituzione di un ufficio consolare onorario; il Consolato di Alessandria d’Egitto, le cui competenze passano all’Ambasciata al Cairo, con un ampliamento delle competenze consolari necessarie a trattare i dossier economici e politici in una fase particolarmente delicata, mentre la misura compensativa sarà l’istituzione di un ufficio consolare onorario”. 

Il 28 febbraio 2014 si procederà con le chiusure del Consolato di Newark, le cui competenze passano al Consolato generale di New York e su cui viene annunciata una risposta del ministro degli Affari Esteri, Emma Bonino, ad una domanda posta in proposito nell’ambito del Question time – in considerazione della distanza geografica da New York, anticipa Dassù, è stato programmato un semplice assorbimento della funzioni presso quest’ultimo consolato; - del Consolato generale di Timisoara, le cui competenze passano all’Ambasciata di Bucarest, e per cui si prevede come misura sostitutiva l’istituzione di un ufficio consolare onorario; dei Consolati di Adelaide e Brisbane le cui competenze sono previste passare rispettivamente ai Consolati generali di Melbourne e Sydney, “in questi due casi, date le distanze importanti e la composizione della nostra emigrazione, prevediamo – afferma Dassù - di ricorrere a permanenze consolari, ossia all’invio di un funzionario di ruolo per un periodo piuttosto lungo in loco per il disbrigo delle pratiche; valuteremo – aggiunge, – in consultazione con la stessa collettività, l’opportunità di abbinare a questa misura anche l’istituzione di un ufficio consolare onorario”, misura “che garantirebbe una presenza costante nella circoscrizione”. Al 30 giugno 2014 è prevista la chiusura del Consolato generale ad Amsterdam le cui competenze passano all’Ambasciata a L’Aja. “Anche in questo caso – precisa il vice ministro - prevediamo una formula mista, ossia l’istituzione di un ufficio consolare onorario abbinato alle permanenze consolari”.

Per quanto riguarda la Svizzera, al 30 novembre 2013 è prevista anche la chiusura delle agenzie consolari di Sion, Neuchâtel, Wettingen: nel caso di Sion le competenze passeranno al Consolato generale di Ginevra, ed è prevista l’istituzione di un funzionario itinerante per il disbrigo delle pratiche in loco; le competenze di Neuchâtel passeranno all’Ambasciata d’Italia a Berna, con istituzione anche qui di un funzionario itinerante, mentre le competenze di Wettingen passeranno al Consolato di Basilea, come suggerito dalle stesse autorità svizzera – fa sapere Dassù – per “salvaguardare l’unità delle competenze sul cantone di Argovia”. Anche a Wettingen è prevista l’istituzione di un funzionario itinerante. Nonostante le 3 chiusure, con le sue 6 sedi consolari rimanenti l’Italia continua ad essere il Paese europeo che ha in Svizzera la rete consolare più estesa, rispetto agli altri partner europei, in considerazione della presenza di una collettività “molto numerosa e ramificata” e in virtù di “principio di discriminazione positiva che deroga a principi delle stesse autorità elvetiche, che nella loro politica di semplificazione in materia prevedono una sola sede consolare per regione linguistica”. Dassù ricorda in particolare come la Germania, pur avendo in loco una nutrita collettività di residenti, non disponga di Consolati in Svizzera ma unicamente di una cancelleria consolare. 

“Non abbiamo intenzione di abbandonare le collettività italiane nelle aeree che saranno oggetto di provvedimenti di chiusura – afferma il vice ministro, chiarendo come la questione sia piuttosto quella di “attutire i disagi logistico-amministrativi e assicurare i servizi alle collettività”. “Alcuni disagi iniziali potranno esserci – ammette Dassù, pur esprimendo fiducia in un “assestamento virtuoso” di interventi il cui intento non è “minare l’adeguatezza dei servizi offerti”.

Il vice ministro segnala poi “due criteri di carattere generale che si applicano a tutte le misure sopra elencate: un rafforzamento delle sedi riceventi le competenze di quelle in chiusura e l’aumento del ricorso alle tecnologie informatiche”. Da un lato si assicura quindi l’impegno assunto non solo rispetto alle autorità locali e alla collettività, per quanto riguarda il mantenimento dei servizi, ma anche rispetto al proprio personale, di ruolo e a contratto, cui verrà garantita la possibilità di reimpiego. Citando in via esemplificativa il caso di Ginevra, è prevista l’integrazione in quella sede delle due unità di personale impiegato ad oggi a Sion, ed il ricorso ad impiegato a contratto per far fronte all’aumento del carico di lavoro che si prospetta. Non si esclude inoltre il ricorso a personale assunto a tempo determinato per superare le complessità della prima fase di assorbimento. Parallelamente al piano di riorganizzazione verrà potenziato anche il portale Secoli, estendendo la possibilità di accedere ai servizi online entro il febbraio del 2014 in Francia, Svizzera, Croazia, Albania ed Egitto, entro maggio del 2014 in Romania, entro il giugno 2014 in Australia, entro settembre in Slovenia e Olanda ed entro dicembre 2014 negli Stati Uniti. “Difficile quantificare con precisione oggi i risparmi derivanti dei provvedimenti illustrati – conclude Marta Dassù, che formula però una prima stima di circa 8 milioni di euro, una parte rilevante dei quali – assicura – verranno reinvestiti nelle misure compensative rivolte ai connazionali. Una cifra forse molto inferiore alle attese nutrite da deputati e senatori, ma che il vice ministro contestualizza nell’ambito delle risorse rimodulabili del Mae, quantificandole in circa 166 milioni di euro rispetto ad un bilancio complessivo di 1,837 miliardi di euro nel 2013. (Viviana Pansa – Inform)

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