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venerdì 15 novembre 2013

Il vice segretario del Cgie Roberto Volpini (Cgie) parla del nuovo regolamento per le elezioni dei Comites

ITALIANI ALL’ESTERO
Il vice segretario del Cgie Roberto Volpini (Cgie) parla del nuovo regolamento per le elezioni dei Comites

“Vi è il rischio che l’utilizzo del voto elettronico , senza il bilanciamento di un alto numero di seggi, finisca per ridurre la partecipazione dei nostri connazionali. Un calo di affluenza che di fatto ridimensionerebbe il ruolo degli organismi di rappresentanza”

ROMA – A poche settimane dalla Plenaria del Cgie, che si terrà a fine novembre, rimane ancora centrale la questione delle elezioni dei Comites. Se infatti quasi certamente, salvo sorprese dell’ultimo momento, il rinnovo di questi organismi di rappresentanza avverrà entro il 2014, la scelta sulle modalità di voto da utilizzare per le elezioni caratterizza ancora il dibattito nel mondo dell’emigrazione. Al momento comunque esistono alcuni punti fermi da cui si evolve la discussione come ad esempio l’abbandono del voto per corrispondenza per le elezioni dei Comites e la necessità di svolgere queste consultazioni con risorse sicuramente inferiori a quelle utilizzate in passato. Un rebus che viene ritenuto di difficile soluzione a cui sta tentando di dare una risposta il nuovo regolamento per le elezioni dei Comites sottoposto recentemente all’attenzione del CdP del Cgie. Per saperne di più sull’argomento abbiamo rivolto alcune domande al vice segretario del Cgie per l’Area di nomina governativa Roberto Volpini.

Nell’ultima riunione il Comitato di Presidenza del Cgie non ha dato il suo parere, in attesa di acquisire ulteriori informazioni, sul nuovo regolamento per le elezioni dei Comites che introduce il voto elettronico. Cosa ci può dire in proposito? 

Per le elezioni dei Comites non siamo contrari all’introduzione del voto elettronico. Abbiamo espresso perplessità su questo regolamento che sostituisce una numerosa costituzione dei seggi con il voto elettronico remoto. Crediamo dunque che per prima cosa debba essere garantita nel nuovo regolamento un’adeguata presenza di seggi sul territorio, in modo da poter facilitare l’affluenza al voto dei nostri connazionali. Non pensiamo quindi che risulti esaustiva l’ipotesi di limitare l’istituzione dei seggi presso le sole sedi consolari. Riteniamo inoltre che il problema di uno scarso numero di seggi non possa essere superato attraverso la semplice introduzione del voto elettronico da remoto che costringerebbe in ogni caso l’elettore a recarsi fino al consolato, che può essere situato anche a centinaia di chilometri di distanza, per l’acquisizione delle credenziali necessarie per votare. Vi è dunque il rischio che l’utilizzo del voto da remoto, senza il bilanciamento di un alto numero di seggi elettorali, finisca per ridurre la partecipazione dei nostri connazionali. Un calo di affluenza che di fatto ridimensionerebbe il ruolo degli organismi, quali sono i Comites e lo stesso Cgie, minando alla base le forme di rappresentanza, di partecipazione e di tutela dei diritti di cittadinanza. In questo contesto va inoltre ricordato che le nuove modalità di voto potrebbero avere delle connotazioni incostituzionali, essendo in contrasto con il terzo comma dell’articolo 48 della Costituzione che sostanzialmente sottolinea come il diritto di voto non possa essere limitato.

Ma alla luce di queste valutazioni e riserve quali soluzioni possono essere trovate per superare la complessa situazione?

Per superare questo ostacolo occorrerà costituire più seggi, secondo le necessità dei territori,e quindi maggiori risorse rispetto ai due milioni di euro al momento disponibili per le elezioni dei Comites; che ricordo dovevano svolgersi nel 2009. E’ bene inoltre porre l’attenzione sul fatto che, se il regolamento verrà posto in essere, gli italiani all’estero si troveranno di fronte a due diverse modalità di voto: per corrispondenza per le elezioni politiche e i referendum; con il voto elettronico per i Comites. Quindi in sintesi avrei visto con maggiore ragionevolezza un regolamento che prevedesse una forma articolata di modalità di voto in cui eventualmente sperimentare anche il sistema elettronico.

Dopo i rinvii delle elezioni dei Comites, che hanno sicuramente messo in difficoltà la rappresentanza in loco dei nostri connazionali, ora nell’ambito del dibattito sulle riforme costituzionali si comincia a parlare di una possibile cancellazione della circoscrizione Estero. Quali sono le sue valutazioni sull’argomento?

Ormai da tempo stiamo vivendo il deterioramento delle forme di rappresentanza e di partecipazione per i cittadini residenti all’estero, con riflessi che influenzano anche il difficile ruolo che svolge l’associazionismo. Da una parte, ed è preoccupante, si rinviano le elezioni dei Comites per carenze finanziarie, dall’altra si discute dell’abolizione della circoscrizione Estero, nell’ambito delle riforme costituzionali, senza tener conto dei diritti alla rappresentanza che ai nostri connazionali è stata riconosciuta. Di fronte a questa situazione credo che tutti, dal punto di vista politico, sociale ed economico, debbano contrastare un eventuale disegno sostenuto da chi intende ridimensionare tutele e diritti faticosamente conquistati da parte dei cittadini italiani nel mondo Quindi occorre affrontare insieme le problematiche che attraversano queste forme di rappresentanza, evitando di discuterle in modo frammentario. Spero che l’Assemblea plenaria del CGIE di fine novembre sia un appuntamento determinante e coinvolgente di tutti gli attori interessati, per andare ad un confronto con il Governo e il Parlamento. E’ prioritario ed importante però andare al rinnovo dei Comites, entro il primo semestre del 2014 con modalità di voto che permettano una partecipazione ampia e consapevole. (Goffredo Morgia /Inform)

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