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venerdì 29 novembre 2013

Assemblea plenaria CGIE: Il piano di ri-organizzazione della rete consolare


ASSEMBLEA PLENARIA CGIE
Il piano di ri-organizzazione della rete consolare tra i temi al centro dell’ultima mattinata di lavori
Dopo l’intervento del direttore generale per le Risorse e l’Innovazione del Mae, Elisabetta Belloni, il dibattito con i consiglieri e i parlamentari presenti. Tra le sedi inserite nella lista di possibili chiusure anche lo sportello consolare di Saarbrücken. Possibile riapertura, invece, per il consolato di Durban

ROMA – Dopo le perplessità suscitate dalla lista relativa a ulteriori possibili chiusure di sedi consolari italiane all’estero diffusa mercoledì nel corso della prima sessione di lavori dell’assemblea plenaria del Cgie (vedi Inform di ieri: http://comunicazioneinform.blogspot.it/2013/11/elezioni-dei-comites-nuove-chiusure-di.html) si dice pronta alla “ripresa di un dialogo che abbia spirito costruttivo” il direttore generale per le Risorse e l’Innovazione del Mae, Elisabetta Belloni, intervenuta stamani all’ultima mattinata di lavori della plenaria.
Un’apertura al confronto con il Cgie sul piano di riorganizzazione che – viene ribadito dal direttore generale – segue il dettato di legge e comporta la chiusura di una percentuale prestabilita di strutture consolari: il 10% delle 319 presenze nel mondo, quantificate in 33 uffici il cui provvedimento di chiusura dovrà essere adottato entro il 31 dicembre 2013.
Un invito anche ad un’azione più solidale e coordinata, per meglio far fronte a difficoltà che “penalizzano fortemente il ministero in termini di risorse di personale e finanziarie”: “siamo sulla stessa barca – afferma Belloni - e dovremmo cercare un’alleanza per avere una voce comune che ci aiuti a difendere con più efficacia in Parlamento quello che abbiamo”.
“Chi afferma che il Mae sia vostro nemico ignora le difficoltà che ha l’amministrazione, che è stata l’unica a difendere il bilancio del ministero nel foro in cui venivano adottati i provvedimenti di legge che oggi dobbiamo applicare, cioè il Parlamento, e a difendere le ragioni del mantenimento di determinate strutture,– afferma Belloni, chiarendo come “per noi sia molto doloroso parlare di chiusura anche della più piccola sede consolare” e come il processo sia “un esercizio che per legge dobbiamo completare”, pur non avendolo stabilito.
In premessa viene richiamata la composizione del bilancio del Mae, quantificato in 1,8 miliardi di euro, “un terzo dei quali sono contributi obbligatori dovuti a organizzazioni multilaterali, 250 milioni circa i fondi destinati alla cooperazione allo sviluppo”, quantità che Belloni si rallegra non venga toccata perché testimonia l’importanza ora riconosciuta al settore, e un residuo di 166 milioni di euro destinati essenzialmente al personale. Per il direttore, dunque, il risparmio di circa 8-9 milioni di euro ricavato dalla riorganizzazione della rete va dunque considerato non in termini assoluti, ma rapportato alla percentuale di bilancio – assai limitata - su cui il ministero può effettivamente intervenire. Prosegue poi richiamando alcuni argomenti spesso discussi in proposito alla revisione del bilancio del Mae: l’indennità di servizio all’estero (Ise) e il rapporto tra personale di ruolo e contrattisti. Sull’Ise annuncia una revisione dell’attuale sistema, “revisione che ci chiede il Parlamento e l’opinione pubblica – chiarisce, precisando però come, a suo avviso, un eventuale sistema “a rimborso” non garantisca necessariamente un risparmio rispetto al sistema attuale e suggerendo comunque cautela nell’intervenire su questo capitolo di spesa, perché esso incide “sulla possibilità del Mae di inviare funzionari preparati nelle nostre sedi all’estero”. “È palesemente falso – aggiunge – che lo stipendio medio del personale della Farnesina sia di 200 mila euro netti all’anno, come riferito in modo strumentale da alcune fonti di stampa”.
Per quanto riguarda il rapporto tra personale di ruolo e a contratto, “l’Italia ha già raggiunto il rapporto medio di 1:1 e in alcuni casi lo ha già superato – afferma Belloni, che precisa poi come sia necessario garantire alla rete le diverse professionalità e determinate funzioni, che sono diverse a seconda del personale impiegato.
Tornando sulla lista delle possibili chiusure, successive alla fase annunciata alcuni mesi fa e ora in corso, riguardante 13 sedi consolari, il direttore aggiunge alle 33 sedi – ambasciate, consolati, agenzie e sportelli consolari, IIC e sezioni distaccate di IIC – anche lo sportello consolare di Saarbrücken, “sede – rileva - che ha fatto registrare moltissime criticità gestionali”.
“La lista riguarda un numero di sedi superiore rispetto a quelle che dovremo effettivamente chiudere – afferma Belloni, dichiarando l’apertura al confronto per individuare le sedi da mantenere, in base alla convergenza di criticità che si prospettino in seguito ad una possibile chiusura. Criticità che potranno essere segnalate da Cgie, Parlamento e sindacati, con cui sono in corso le consultazioni, per giungere ad una lista definitiva la prossima settimana e decidere poi il calendario dei provvedimenti, che verranno dilazionati nel corso del 2014 e forse anche nel 2015.
Chiusure e aperture saranno comunque decise corrispondendo alle nuove strategie di proiezione internazionale del nostro Paese all’estero, privilegiando quindi le aree di economia e mercati emergenti.
Un margine di discrezionalità è inoltre dato dal fatto che non è ancora sicuro che possano essere considerate strutture oggetto di intervento di razionalizzazione anche gli sportelli consolari e le sezioni distaccate degli IIC. La ragioni alla base del piano sono dunque l’applicazione di norme di legge, l’esigenza di realizzare risparmi permanenti virtuosi che consentano anche il recupero di personale e l’individuazione di “percorsi di riorganizzazione e ri-adattamento delle strutture che possano entrare nel complesso esercizio di revisione del patrimonio demaniale”.
Richiamato infine il programma preliminare di spending review presentato dal nuovo Commissario straordinario, Carlo Cottarelli, in questi giorni al Governo. Se da un lato è positiva “la determinazione di coinvolgere le amministrazioni interessate nell’esercizio di revisione della spesa – afferma Belloni, - preoccupa invece che le linee di intervento indicate per il Mae siano ancora la ristrutturazione della rete e l’aumento del numero del personale a contratto rispetto a quello di ruolo”. Interventi che il direttore generale annuncia di voler contestare, anche perché “un’ulteriore intervento sulla rete non consentirebbe più al Mae di adempiere al proprio mandato”.
Resta valido e viene ribadito l’impegno per la messa in campo di servizi sostituitivi che possano garantire un’adeguata risposta ai connazionali residenti all’estero. Infine, viene prospettata la disponibilità dall’amministrazione alla riapertura della sede di Durban (chiusa nel 2010), ipotesi che verrà presa in considerazione qualora lo consentirà la lista delle nuove chiusure stabilite.
Finalizzato a raccogliere suggerimenti in particolare sui servizi sostitutivi e sulle criticità relative alle aree coinvolte dai possibili interventi di chiusura il dibattito successivo all’intervento del direttore generale, mentre il parere formale del Cgie, richiesto per legge, sarà messo a punto nel corso della prossima settimana, per consentire – segnala il segretario generale, Elio Carozza, - un ulteriore margine di approfondimento.
Walter Petruzziello (Brasile) segnala l’importanza in particolare del consolato di Recife, sia per ragioni economiche che per la nutrita presenza in loco di connazionali, e di rilevanza economica parla anche Silvana Mangione, vice segretario generale per i Paesi anglofoni extra-europei, citando le sedi di Newark (nelle 13 chiusure recentemente programmate), Durban, Detroit (sulla nuova lista), di Edmonton e le strutture presenti in Australia. Contrario alla chiusura del consolato di Maracaibo Ugo Di Martino (Venezuela) che ne rileva l’importanza dal punto di vista economico e turistico, oltre che per la collettività residente in loco, mentre Renato Turano, senatore eletto per il Pd nella ripartizione America settentrionale e centrale, esprime preoccupazione per gli interventi e ritiene necessario più confronto, dialogo e trasparenza da parte dell’amministrazione. Filomena Narducci (Uruguay) rileva come la rete consolare in America latina sia già deficitaria e suggerisce il trasferimento del consolato di Montevideo nei locali dell’ambasciata, che è sede demaniale, mentre Gianluca Lodetti sollecita il Mae ad applicare “un approccio più innovativo” sulla materia, chiedendo di dare seguito alla convenzione con i patronati, così che questi possano effettivamente affiancare le rappresentanza diplomatiche nel fornire assistenza ai connazionali. Fabio Porta, deputato eletto per il Pd nella ripartizione America meridionale, suggerisce l’opportunità di modificare la legge per assegnare al Mae il ricavato delle percezioni consolari (solo per i visti concessi nel 2012 il ministero ha incassato circa 100 milioni di euro) e sollecita l’articolazione di proposte di intervento più coraggiose, che non siano sempre e solo chiusure di uffici. Annuncia inoltre di aver convocato la prossima settimana il Comitato sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese della Camera, di cui è presidente, per discutere delle questioni più urgenti discusse nel corso di questa settimana. Per la Francia interviene Bruno Capaldi che chiede di riconsiderare il caso di Nizza, specie per la sua rilevanza dal punto di vista economico, mentre Mariano Gazzola (Argentina) chiede un’analisi più accurata dai risparmi che sono alla base delle chiusure annunciate, segnala come anche Paesi dell’America latina come Brasile, Argentina e Uruguay, siano mercati emergenti ed evidenzia l’importante lavoro svolto dai contrattisti. Per Tommaso Conte (Germania) sarebbe più opportuno chiudere piuttosto le ambasciate in Europa e salvaguardare le strutture utili ai servizi ai connazionali, mentre Francesco Giacobbe (Pd), senatore eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide, ritorna sulla necessità di analizzare i criteri economici che determinano i provvedimenti annunciati e richiama l’importanza delle risorse recuperate a favore dei connazionali nella legge di Stabilità ora passata all’esame della Camera. Michele Schiavone (Svizzera) si dice amareggiato per i 13 interventi di chiusura comunicati in estate, senza aver informato il Cgie che svolgeva la sua plenaria nello scorso mese di giugno, mentre ritorna sulla situazione australiana Francesco Papandrea, che richiede un approfondimento delle situazioni di Adelaide e Brisbane per evitare la chiusura di quegli uffici. Non ritiene l’amministrazione disponibile al colloquio su proposte alternative alle chiusure Luigi Casagrande (Australia), mentre Walter Della Nebbia (Stati Uniti) annuncia di non poter esprimere un parere sui provvedimenti in mancanza di un’analisi dettagliata dei risparmi e invita i consiglieri a fare altrettanto, mentre Gerardo Pinto (Argentina) ritiene sbagliati gli interventi sulle agenzia consolari di Lomas de Zamora e Moron dal momento che il consolato generale di Buenos Aires è già in sofferenza per il carico dei servizi registrato. Maria Rosa Arona (Argentina) condivide il suggerimento di Carozza sulla necessità di riflettere ulteriormente prima di esprimere il parere richiesto e rileva l’opportunità di intervenire sulle ambasciate in Europa, piuttosto che sugli uffici dedicati più direttamente ai servizi ai connazionali. Francisco Nardelli, vice segretario generale per l’America latina, ribadisce come vadano considerati anche gli introiti della rete consolare, oltre che le risorse loro destinate, mentre si sofferma sulla situazione della Svizzera Dino Nardi, che segnala come la Confederazione sia stata già oggetto di diversi interventi di chiusura e come la situazione che si verrà a determinare comporterà un peso eccessivo alla sede di Zurigo. Lorenzo Losi, segretario generale del Cgie per l’Europa e l’Africa del Nord, si associa a chi ha rilevato la necessità di dare seguito alla convezione con i patronati, mentre Carlo Consiglio (Canada) suggerisce di introdurre una tassa – di importo minimo - sui servizi consolari. Infine, Luciano Neri sollecita una valutazione complessiva di quanto costa e quanto produce la rete consolare, preliminare alla riorganizzazione della stessa, una “metodologia” che consentirebbe un diverso approfondimento delle problematiche.
In sede di replica, il direttore generale ringrazia i consiglieri per i suggerimenti e le proposte, evidenziando come il Mae stia lavorando in direzione di una maggiore trasparenza, sia dal punto di vista delle decisioni adottate, che dal punto di vista dell’impiego delle risorse finanziarie. L’analisi dei risparmi e il quadro finanziario richiesto da più parti sarà disponibile però solo – avverte – una volta che la lista delle chiusure sarà stata definita. Ribadisce inoltre la disponibilità del ministero a valutare l’impatto ed intervenire per un miglioramento dei servizi alternativi approntati in seguito alle chiusure. Segnala inoltre come il capitolo di risorse destinate all’Ise abbia già subito un taglio determinato dai recenti provvedimenti di circa 45 milioni di euro e come le risorse recuperate nel corso dell’esame al Senato della legge di Stabilità siano comunque risorse provenienti dalla dotazioni di bilancio assegnate al Mae. (Viviana Pansa – Inform)

Assemblea plenaria CGIE: Le relazioni delle Commissioni Continentali


ASSEMBLEA PLENARIA CGIE
Le relazioni delle Commissioni Continentali
Gli interventi dei vice segretari Lorenzo Losi (Europa e Nord America), Silvana Magione (Paesi Anglofoni Extraeuropei), Francisco Nardelli (America Latina) e Roberto Volpini (Consiglieri di nomina governativa)

ROMA – E’ stato il vicesegretario generale per l’Europa e l’Africa Nord Lorenzo Losi  ad aprire l’illustrazione delle relazioni delle Commissioni Continentali. Losi ha in primo segnalato il rischio che le prossime elezioni del Comites, a causa del nuovo sistema di voto, possano portare alle urne solo un numero limitato di connazionali. Un problema che, per il vice segretario generale, potrebbe essere in parte superato attraverso l’invito ai nostri connazionali in Europa a votare, alle prossime consultazioni in Europa, per i candidati in loco. Una scelta che consentirebbe di evitare la costituzione dei seggi presso i consolati e quindi di risparmiare risorse. Soldi che sarebbero reindirizzati ed utilizzati per la realizzazione di un gran numero di seggi per le elezioni dei Comites. Losi si è poi soffermato sulla razionalizzazione della rete consolare, un progetto su cui i rappresentanti delle nostre comunità vorrebbero essere consultati per limitare i disservizi, e sulla realtà della nuova emigrazione. Una contesto in piena espansione, composto non solo da giovani ricercatori ma anche da quarantenni e cinquantenni in cerca di lavoro, che sta assumendo proporzioni allarmanti e che dovrebbe chiamare i Comites ed il Cgie ad uno sforzo ulteriore. Losi ha infine parlato della necessità  di affrontare la nuova migrazione transazionale attraverso la creazione di un’agenzia per al mobilità che metta in atto iniziative di sostegno della cittadinanza europea.
Ha poi preso la parola il vice segretario generale per i Paesi Anglofoni Extraeuropei Silvana Mangione che ha sottolineato come a tutt’oggi nei contesti parlamentari siano presenti proposte di riforma contraddittorie che vanno dall’ipotesi di totale cancellazione della circoscrizione Estero, all’inserimento dei rappresentanti degli italiani nel mondo solo nel nuovo Senato delle autonomie a semplice manutenzione del voto all’estero. “Da un lato – ha spiegato la Mangione - ci si nega la rappresenta parlamentare a livello decisionale, dall’altro ci viene ripetuto come un mantra che si devono riformare Comites e Cgie perché esistono i parlamentari all’estero. … Su questo punto come Commissione chiediamo che prima si portino in porto le riforme Costituzionali e poi si riformino i Comites e il Cgie. Organi di rappresentanza il cui rinnovo dovrebbe avere luogo prima del secondo semestre del 2014, quando vi sarà la presidenza italiana dell’Ue”. Per quanto riguarda invece i costi del nuovo meccanismo di voto degli organi di rappresentanza dalla Mangione sono state chieste alcune precisazioni sulle spese relative alle precedenti tornate elettorali dei Comites e Cgie, all’introduzione del voto elettronico e l’invio delle lettere informative agli elettori per il cambiamento delle modalità di voto . Dalla Mangiane sono inoltre state sollecitate risposte sul numero dei seggi che verranno approntati per votare nei paesi extra europei, sugli indirizzi di posta elettronica dei nostri connazionali ad oggi raccolti e su eventuali rimborsi di viaggio per chi sceglierà di esprimere il suffragio non da remoto ma presso i seggi.  
Per quanto poi riguarda la costituzione dell’assemblea elettorale per l’elezione dei componenti esteri del Cgie la Mangione ha poi ricordato come la rete diplomatica italiana, “continui a procedere al censimento di associazioni che dovrebbero rispondere a criteri cogenti di presenza di precise percentuali di soci italiani a seconda dell’entità degli iscritti all’aire nelle diverse circoscrizioni consolari. Alle associazioni – spiega il vice segretario generale - si chiede di rilevare nomi dei soci, nonostante le locali leggi sulla privasi. Le associazioni devono registrarsi entro il 31 dicembre prossimo pena la non partecipazione alle elezioni del Cgie. Alla luce di queste difficoltà ad oggi la percentuale di registrazione delle associazioni è minima”. Dalla Mangione, per quanto riguarda la ristrutturazione della rete consolare, viene infine auspicata la ricerca di soluzioni alternative che consentano di risparmiare risorse, senza però chiudere importanti sedi consolari.   
Dal canto suo il vice segretario per l’America Latina Francisco Nardelli ha sottolineato come il crescente disinteresse dello Stato italiano verso le comunità all’estero finirà per estinguere il rapporto dei nostri connazionali  con la terra d’origine, proprio adesso che l’Italia ne ha più bisogno per potenziare l’internazionalizzazione delle proprie imprese in questo momento di crisi. Anche da Nardelli è stato evidenziato il rischio che il nuovo voto elettronico, per cui sarebbe stato necessario un percorso graduale di introduzione, finisca con il ridurre la partecipazione dei votanti. Per risolvere questa situazione, secondo Nardelli, sarebbe quindi opportuna la costituzione di un tavolo tecnico da parte del Mae con i consiglieri del Cgie per aree territoriali, al fine di arrivare al rinnovo dei Comites garantendo la partecipazione di tutti gli aventi diritto. Il vice segretario ha poi rilevato la necessità di riformare il sistema di rappresentanza degli italiani all’estero, purché però vengano salvaguardati i tre livelli dei Comites, del Cgie e dei parlamentari della circoscrizione Estero. Nardelli ha anche segnalato, oltre alla difficile situazione della rete consolare, la quasi paralisi degli enti gestori che operano in America Latina per la promozione della lingua e cultura italiana. Una situazione difficile resa ancora più complessa dalla riduzione degli insegnati di ruolo.  
E ‘ infine intervenuto il vice segretario generale del Cgie per i consiglieri di nomina governativa Roberto Volpini che ha ricordato come in Parlamento, fra i deputati ed i senatori e i consiglieri del Cgie, si sia svolto un confronto con pari dignità costituzionale che rafforza il ruolo del Consiglio Generale. Un dibattito che ha evidenziato proposte, da parte delle forze politiche, contraddittorie, basate perlopiù sulla giustificazione della mancanza di risorse, in cui i valori della cittadinanza e della partecipazione non hanno trovato risposte coerenti e capaci di sviluppare concretamente la loro praticabilità. “Teniamo allora ferma la rivendicazione sulla garanzia di questi diritti – ha continuato  Volpini – perché essi si possono esercitare in tutte e tre le forme di rappresentanza che noi abbiamo e soprattutto nelle forme di rappresentanza territoriali e parlamentare”.
“Noi non siamo contro il voto elettronico, - ha poi precisato Volpini affrontando la questione del nuovo regolamento per le elezioni dei Comites - ma siamo contrari a modalità di esercizio di voto precarie che non garantiscono lo sviluppo del senso di partecipazione attiva che si richiede ad ogni cittadino, ovunque esso risieda. In questo modo si rischia di miniare l’esistenza di questi organismi di rappresentanza che sono il luogo e la fonte della crescita politica della persona e delle collettività”. Dopo aver auspicato la creazione di un numero di seggi adeguato che consenta di avvicinare il cittadino al voto, Volpini  ha sollecitato l’impiego di idonee risorse per una corretta informazione dell’elettore sulle nuove modalità di voto.  Da Volpini è stata anche sottolineata l’esigenza sia di non ledere i diritti di piena cittadinanza della rappresentanza in parlamento degli italiani all’estero attraverso il cosi detto “voto dimezzato”, sia guardare in tutta la sua complessità la questione della razionalizzazione della rete consolare, tendendo presente che il consolato oltre ad essere erogatore di servizi  deve sostanziare “il ruolo dell’Italia per una politica economica, culturale  e sociale nel mondo globalizzato” . Per Volpini la rete consolare va inoltre inquadrata in un modo di fare sistema che valorizzi anche il contributo dei patronati e delle associazioni. (Goffredo Morgia /Inform)

Fabio Porta (Pd): “No alla chiusura degli uffici consolari in Sudamerica”


ITALIANI ALL’ESTERO

A margine dell’Assemblea Plenaria del Cgie

Fabio Porta (Pd): “No alla chiusura degli uffici consolari in Sudamerica”

“Grave e incomprensibile la ventilata chiusura di Recife e Maracaibo. Garantire i servizi e tutelare i cittadini di Montevideo, Moron e Lomas de Zamora. Reperire nuove risorse destinando le entrate dei Consolati ai servizi e prevedendo un contributo specifico per ogni pratica amministrativa”

ROMA - “Il nostro Paese ha bisogno di una politica capace di pianificare strategie di medio e lungo termine, e non solo di risorse. Non è possibile che, a pochi anni dall’approvazione del Piano strategico ‘Italia 2020’, che prevedeva il rafforzamento della rete diplomatico-consolare del Ministero degli Affari Esteri in America Latina oggi – a poche settimane dalla prossima Conferenza Italia-America Latina – si pensi di chiudere alcuni importanti consolati di quell’area”. Lo ha detto Fabio Porta, deputato del Pd eletto nella circoscrizione America Meridionale e presidente alla Camera del Comitato permanente sugli italiani nel mondo e la promozione del sistema Paese , dopo essere intervenuto alla giornata conclusiva dell’Assemblea del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero.

 “L’eventuale chiusura del Consolato italiano di Recife sarebbe un atto grave e incomprensibile, un gesto insensato e direi quasi masochista” sostiene il parlamentare italo-brasiliano, ricordando che “a Recife sarà inaugurata tra poco la più grande fabbrica italiana al mondo, grazie al più grande investimento fatto all’estero da una nostra impresa: la Fiat”.  “Il Consolato – fa osservare l’on.Porta - ha nel suo territorio ben sette Stati brasiliani, nella regione del Paese a più alto tasso di crescita e che più di altre ha ricevuto in questi anni il flusso della nuova emigrazione italiana; a riprova di ciò l’apertura pochi mesi fa di una nuova rotta di voli Alitalia da Roma a Fortaleza”.

“Nessuna collettività come quella italiana in Venezuela sta vivendo – prosegue Porta - anni di difficoltà e disagi, anche a causa del grave fenomeno dei sequestri e dalla crescente insicurezza; anche nel caso di Maracaibo siamo a  migliaia di chilometri di distanza dalla capitale e in presenza di grandi opportunità di investimento nel settore energetico”.

“Da anni insisto – sottolinea il deputato del Pd - per un potenziamento del Consolato di Montevideo, dove vive una collettività di oltre centomila italiani, una delle più grandi al mondo: a questa collettività l’Italia deve continuare a garantire servizi adeguati ed efficienti, senza nessuna penalizzazione ulteriore”. “Infine – evidenzia ancora Porta - i casi delle agenzie consolari di Moron e Lomas de Zamora, la cui chiusura riverserebbe sul Consolato di Buenos Aires un carico di lavoro eccessivo, dovuto ai quasi centomila italiani serviti dalle stesse; anche in questo caso vanno mantenuti i servizi in loco, onde evitare disagi per i connazionali e un conseguente intasamento del Consolato Generale”

“Per ovviare a tale situazione occorre però – avverte il deputato  - intervenire subito sul fronte delle risorse, a partire dalla destinazione ai Consolati di riferimento delle ‘percezioni consolari’ e da una parallela introduzione di contributi specifici per tutti i tipi di pratiche e di domande ai nostri uffici; intervenire su questo fronte equivarrebbe ad una immediata soluzione del problema, trasformando le nostre grandi collettività nell’elemento essenziale e risolutivo di questa annosa questione”, conclude l’on. Fabio Porta . (Inform)

Italia rieletta al Consiglio Esecutivo


ORGANIZZAZIONE MARITTIMA INTERNAZIONALE

Italia rieletta al Consiglio Esecutivo

Dal 1948 è tra i 10 Stati leader nel trasporto marittimo mondiale per dimensioni della flotta mercantile

ROMA - L'Assemblea Generale dell’Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) riunita stamani a Londra ha rieletto per acclamazione l'Italia al Consiglio Esecutivo dell’Organizzazione quale membro della Categoria A, riservata ai 10 Stati che forniscono maggiore impulso al trasporto marittimo mondiale in ragione delle dimensioni della propria flotta mercantile. L’Italia è stata eletta insieme a Giappone, Cina, Corea del Sud, Grecia, Regno Unito, Stati Uniti, Panama, Federazione Russa e Norvegia.

La Farnesina sottolinea in una nota che  il successo della candidatura italiana - ininterrottamente membro del Consiglio Esecutivo dall'istituzione dell'IMO nel 1948 - testimonia la particolare considerazione che i nostri partners internazionali hanno per il contributo assicurato dall’Italia nel campo dello sviluppo della navigazione marittima, della sicurezza, della tutela dell’ambiente marino, nella formazione del personale marittimo e della cooperazione tecnica a favore dei Paesi in via di Sviluppo.

In particolare – si evidenzia - all’Italia è stato riconosciuto il rilevante impegno in sede IMO anche attraverso la partecipazione ai Comitati tecnici e l’esercizio della Presidenza del Comitato di Cooperazione Tecnica e del Fondo Supplementare per la compensazione dei danni derivanti dal versamento in mare di idrocarburi (IOPC).

Particolare apprezzamento, infine, è stato manifestato  per il ruolo primario e il grande impegno dell’Italia – conclude la nota della Farnesina- nell’attività di contrasto alla pirateria marittima.(Inform)

A Beccalli Falco il Premio Italia-Europa 2013


RICONOSCIMENTI

Cerimonia presso la residenza dell’ambasciatore  a Bruxelles Alfredo Bastianelli

A Beccalli Falco il Premio Italia-Europa 2013

Per la sua carriera di manager internazionale e l’impegno per la competitività dell’industria europea

BRUXELLES - Ferdinando “Nani” Beccalli Falco è il vincitore del premio il Premio Italia-Europa 2013. Il riconoscimento gli è stato consegnato nel corso di una cerimonia presso la residenza dell'ambasciatore d'Italia a Bruxelles Alfredo Bastianelli.

La motivazione del premio è “per la sua straordinaria carriera di manager internazionale e per l'impegno in favore della competitività dell'industria europea”.

Beccalli-Falco ha lavorato ricoprendo incarichi di alto profili in General Electric, è stato presidente del cda di GE-Avio, advisor del premier francese Jean Pierre Raffarin e del ministero delle Finanze Polacco (1995). Ad oggi, è membro di think tank come Ceps, Emmanuel center Stiftung, GE Foundation e Junior achievement young enterprise.

 “Il Premio Italia-Europa del GII, che riunisce i rappresentanti dei principali gruppi industriali e finanziari Italiani a Bruxelles, e di cui sono presidente onorario, nella mia qualità di ambasciatore d'Italia, intende valorizzare le personalità italiane che abbiano profuso un particolare impegno in favore della competitività industriale italiana ed europea - ha dichiarato l'ambasciatore Bastianelli - Nani Beccalli Falco è senza dubbio oggi uno dei manager italiani più apprezzati a livello internazionale ed è importante che il nostro sistema-Paese guardi con ammirazione a quanto sta facendo in qualità di Ceo di un grande gruppo multinazionale che ha un ruolo di primo piano per lo sviluppo dei settori ad alta tecnologia in Italia, come dimostrato con l'acquisto del Nuovo Pignone, oggi headquarter a livello mondiale per il settore Oil&Gas del Gruppo e della divisione aeronautica di Avio”.

Il riconoscimento negli anni scorsi era stato consegnato al vice presidente Ue e commissario all'Industria, Antonio Tajani, e al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. (Inform)

Il 10 dicembre incontro sugli esuli in Italia ai tempi della dittatura militare in Argentina


DIRITTI UMANI  

A Roma, presso la Casa della Memoria e della Storia

Il 10 dicembre incontro sugli esuli in Italia ai tempi della dittatura militare in Argentina

Fino al 20 dicembre la mostra “GIR.Geografie interiori. Ricostruzione” di  Jorgelina Molina Planas ,figlia di “desaparecidos”ritrovata dalle Abuelas de Plaza de Mayo 

ROMA – Martedì 10 dicembre a Roma , la Casa della Memoria e della Storia dedicherà la Giornata internazionale dei diritti umani agli esuli argentini che cominciarono ad arrivare in Italia per fuggire alle violenze provocate dalla dittatura militare che, giunta al potere nel 1976, provocò 30.000 “desaparecidos”, 10.000 morti, migliaia di detenuti e quasi 1 milione di esiliati. Sono stati necessari più di venti anni perché, a seguito delle prove raccolte dalle famiglie di cittadini italiani scomparsi in Argentina, si potesse giungere ad un processo contro i componenti delle giunte militari che si erano rese colpevoli di uccisioni, rapimenti, sparizioni e torture e, il 6 dicembre del 2000, alla sentenza di condanna per gli imputati.

In programma l’incontro “Testimonianze di esiliati a causa del terrorismo di Stato argentino”, ore ore 17.30 nella Sala Multimediale. Introdurrà Carlos Cherniak,ministro presso l’Ambasciata Argentina in Italia. Coordinerà la giornalista Daniela Preziosi. Parteciperanno Giovanni Miglioli, esiliato politico e presidente di “Ponte della Memoria”, Associazione culturale per i diritti umani; Francesco Caporale, pubblico ministero nei processi italiani contro i militari argentini; Paolo Brogi, giornalista e scrittore; Augusto Rodriguez Jauregui, esiliato politico, Diana Caggiano, esiliata politica; Susy Fantino, esiliata politica.

In programma la proiezione di un video realizzato dagli studenti del Corso di Grafica e Comunicazione visiva della Facoltà di Architettura, Università di Roma La Sapienza, sul tema della canzone “La memoria” di Leon Gieco; la proiezione di un montaggio di immagini a partire da un video sulle condizioni del paese durante la dittatura a cura di Giovanni Miglioli

Sono previsti interventi musicali e letture.

L’iniziativa è promossa dal Circolo Gianni Bosio con la collaborazione dell’Associazione Ponte della Memoria e si inserisce nell’ambito della mostra G.I.R. – Geografie interiori. Ricostruzione. Opere di Jorgelina Molina Planas curata dall’Ambasciata Argentina in Italia e promossa dall’Assessorato alla Cultura, Creatività e Promozione Artistica di Roma Capitale. La mostra allestita presso la Casa della Memoria e della Storia si è aperta il 18 novembre scorso e potrà essere visitata fino al prossimo 20 dicembre.  Ingresso libero.  

L’Ambasciata Argentina a Roma sta portando avanti la Campagna per il Diritto all’Identità volta alla ricerca dei figli di persone scomparse durante la dittatura militare argentina tra il 1976 e il 1983, che potrebbero vivere oggi in Italia.

La mostra G.I.R. – Geografie interiori. Ricostruzione,  ha lo scopo di sostenere l’instancabile lotta delle Abuelas de Plaza de Mayo – Nonne di Plaza de Mayo – che va avanti da 36 anni. La loro tenacia ha reso possibile il ritrovamento di 109 nipoti, in maggior parte trovati in Argentina e un ristretto numero  all’estero.

Jorgelina Molina Planas è una giovane artista, una delle prime nipoti ritrovate dall’Associazione Abuelas de Plaza de Mayo. La mostra è incentrata sulla ricostruzione dell’identità dell’artista attraverso vari linguaggi: pitture, disegni, installazioni, collage, fotografie, documenti, lettere e oggetti.

La Casa della Memoria e della Storia è in via San Francesco di Sales, 5, (Trastevere). (Inform)

A Roma il 3 dicembre seminario nazionale “L’immigrazione cambia. Cambiamo le sue leggi”


SINDACATI E PATRONATI

A  Roma il 3 dicembre seminario nazionale promosso da Uil  e Ital

“L’immigrazione cambia. Cambiamo le sue leggi”

Interverranno il ministro per l’Integrazione Cécile Kyenge e il presidente dell’Istat Antonio Golini

ROMA – “Dopo 10 anni di crescita ininterrotta, la presenza di stranieri nel nostro Paese ha segnato una lunga battuta d’arresto a causa della crisi economica. L’immigrazione cambia e con essa  lo scenario culturale, sociale ed economico che abbraccia questo fenomeno”. Lo sottolineano

la Uil  e l’Ital Uil  che,al fine di “focalizzare i cambiamenti del fenomeno migratorio e discutere sugli strumenti adeguati per dare una risposta concreta dal punto di vista del mercato del lavoro, della società e della demografia”, hanno organizzato un Seminario nazionale al quale  parteciperanno il ministro per l’Integrazione on. Cécile Kyenge e il presidente dell’Istat Antonio Golini.

Il seminario si terrà a Roma martedì 3 dicembre, presso la sala convegni dell’Ail (via Casilina 5) dalle ore 9:30 alle ore 13:00.

L’incontro, spiegano gli organizzatori , sarà anche “un’occasione per ripensare ad una riforma della legislazione in materia di immigrazione, asilo e cittadinanza: l’attuale normativa sembra aver ottenuto,  come unico risultato, un blocco totale degli scarsi ingressi legali e l’aver consegnato all’economia sommersa i nuovi arrivati o gli stranieri che hanno perso il lavoro. Per questo – concludono - occorre valutare gli strumenti adeguati per rendere efficace il meccanismo d’incontro tra domanda e offerta di lavoro al fine di favorire l’occupazione legale”.(Inform)

Enogastronomia italiana a Vienna


ATTIVITA’ PROMOZIONALI

All’Ambasciata d’Italia evento organizzato da Camera di Commercio di Pavia con collaborazione di Ice  

Enogastronomia italiana a Vienna

VIENNA - Enogastronomia italiana a Vienna. Nei giorni scorsi l'Ambasciata italiana in Austria ha ospitato una manifestazione promozionale di prodotti eno-gastronomici pavesi organizzata dalla Camera di Commercio di Pavia, e dall'Agenzia Sviluppo Pavia, con la collaborazione dell'Ufficio ICE di Vienna.

Obiettivo dell'evento, far conoscere agli operatori locali alcune delle eccellenze del territorio della Provincia italiana presentate da 25 aziende locali. L'iniziativa ha riscosso un notevole successo sia a livello di presenze sia in termini di contatti e di accordi di commercializzazione conclusi. Ciò anche grazie a come è stata organizzata la manifestazione, tesa a privilegiare i contatti d'affari. A questo proposito, si è tenuta una prima sessione rivolta alla stampa e agli operatori austriaci che, oltre a poter gustare le specialità' dell'enogastronomia pavese, hanno anche potuto partecipare a una degustazione di vini, prodotti nella Provincia. Poi, l'evento si è aperto a un pubblico più ampio, che ha potuto gustare alcune delle migliori specialità pavesi. Parallelamente, sono stati organizzati in Ambasciata incontri B2B. A margine dell'evento, peraltro, il presidente della Camera di Commercio, Giacomo de Gislanzoni Cardoli, ha incontrato il vice commissario austriaco per Expo 2015 con lo scopo di individuare iniziative volte a promuovere il territorio pavese presso i turisti austriaci che si recheranno in vista all'esposizione. (Inform)

“Odore a (Torino-Caracas senza ritorno)”


ITALIANI ALL’ESTERO

A Salerno il 5 dicembre la presentazione del libro di Antonio Nazzaro

“Odore a (Torino-Caracas senza ritorno)”

SALERNO – Il 5 dicembre a Salerno sarà presentato il libro Antonio Nazzaro “Odore a (Torino- Caracas, senza ritorno)” , ore 19 presso il Bar Verdi .

 Pubblicato dalla casa editrice salernitana Arcoiris l’opera bilingue (italiano e spagnolo) di Nazzaro racconta con linguaggio poetico e immagini surreali il ritorno dell’autore a Torino dopo più di 20 anni vissuti dall’altra parte dell’Oceano, tra Messico e Venezuela. Il libro nasce da cinque racconti pubblicati sul quoditiano on line Agorà Magazine.

Antonio Nazzaro, operatore culturale all’estero, fondatore del centro culturale “Tina Modotti”, offre al lettore una visione altra, vitale, sfuggente  di due diverse realtà, la Torino post-industriale di oggi e la Caracas rivoluzionaria.

 “Chi sono? Qual è la mia casa?”  sono le domande che emergono in un’opera che unisce poesia e arte, scritta guardando dalla finestra il monte Avila e battendo freneticamente sulla tastiera. Tutto prende forma  a partire dalla memoria incerta dell’autore: immagini della Torino degli emigranti di allora si confondono con quelli della Caracas vitale di oggi . Vecchi amici, grandi amori, e la sensazione che no, non sarà possibile tornare indietro, se non nell’unico modo che è concesso all’uomo: attraverso la memoria.

Il ritorno prende forma solo nella dimensione poetica di chi, raccolto su se stesso, si misura con il bilancio della propria vita.

Insieme all’autore, presenteranno il libro il direttore della collana editoriale Piero Armenti, e la dottoressa Francesca Sanguineti.(Inform)

“Strade nuove per superare questo passaggio per gli italiani all’estero”


PARTITI

Da “Pd cittadini nel mondo”, 29.11.2013, l’editoriale di Gianni Farina

“Strade nuove per superare questo passaggio per gli italiani all’estero”

L’iniziativa del Consiglio generale degli italiani all’estero di aprire un confronto straordinario e diretto con Parlamento e Governo ben rende la serietà del passaggio che stiamo attraversando. In tempi ormai stretti si deciderà se la comunità italiana nel mondo potrà diventare un importante sostegno della ripresa dell’Italia a livello internazionale, come da tempo essa richiede, oppure dovrà subire lo smantellamento del sistema di rappresentanza democratica costruito nel tempo e una vera e propria regressione di diritti.

Ho sentito dunque con particolare sincerità il dovere di intervenire nell’Assemblea del CGIE in modo non rituale, ma cercando di dare un contributo di proposte e di riflessione. A partire dall’esigenza di trovare uno strumento istituzionale e politico che consenta di far sentire più nitidamente la voce degli eletti all’estero e di avere un peso sulle scelte che si compiono nelle politiche d’internazionalizzazione e verso le nostre stesse comunità. Questo strumento è possibile ed è una Commissione bicamerale, composta non solo dagli eletti all’estero ma anche da autorevoli parlamentari eletti in Italia e presieduta da una personalità di alto profilo. Una Commissione che, in forza della sua legge istitutiva, esprima non solo pareri, ma abbia anche poteri di proposta e di controllo e diventi un osservatorio sulle migrazioni che riguardano l’Italia: quelle ormai consolidate, quelle in entrata e le nuove mobilità.

Di fronte, poi, al tentativo di eliminare la circoscrizione Estero con il pretesto del dubbio funzionamento della legge elettorale, ho sentito di ribadire la mia proposta non solo di una messa in sicurezza del sistema di voto, ma anche di una riforma della stessa circoscrizione Estero, superando le attuali ripartizioni e andando in direzione di collegi più piccoli. In essi, non solo il contatto con gli elettori sarebbe più personalizzato, ma la regolarità del voto sarebbe rafforzata proprio da un rapporto democratico più diretto e trasparente.

Partendo dalla giusta preoccupazione del CGIE di assicurare le condizioni di una fisiologica partecipazione democratica nelle elezioni di rinnovo dei COMITES, dopo il superamento del voto per corrispondenza che la legge ha fatto, ho espresso in merito un’opinione e dato un suggerimento. L’opinione è di non arretrare di fronte ad una seria sperimentazione del voto elettronico, che pur non potendo oggi sostituire i seggi elettorali, può essere tuttavia un’utile carta per il futuro.

La proposta, di fronte alla scarsità delle risorse disponibili per la creazione di un numero adeguato di seggi elettorali, è quella di costituire e tenere aperta per un paio di settimane, presso i nostri consolati superstiti, una “stanza del sovrano” (il popolo), dove si può andare a votare con il tempo necessario per assorbire un’affluenza non ristretta. Lo fanno stati civilissimi, non si capisce perché non potremmo farlo noi. L’importante è creare condizioni reali affinché non sia intaccata l’”effettività del voto” per la cui realizzazione si è dovuta fare una riforma costituzionale. (Gianni Farina*- Pd cittadini nel mondo /Inform)

* Deputato eletto all’estero nella ripartizione Europa

Cocis: Giovanni Lattanzi è il nuovo presidente


ONG

Cocis: Giovanni Lattanzi è il nuovo presidente

 

ROMA - L’Assemblea del Cocis - Coordinamento delle Organizzazioni non governative per la Cooperazione Internazionale allo Sviluppo - ha eletto ieri all’unanimità Giovanni Lattanzi come nuovo presidente dell’associazione, che assume la carica dopo i 10 anni di presidenza di Giancarlo Malavolti.

“Di fronte – si legge in un comunicato  - ai mutamenti in corso nel mondo della cooperazione, dall’evoluzione del quadro legislativo in Italia che vede in campo la nuova legge sulla cooperazione alle politiche europee sul tema e al superamento del vecchio concetto di cooperazione strettamente legato all’aiuto pubblico allo sviluppo, l’assemblea del Cocis ha affrontato i temi mettendo le basi per dare una nuova, e innovativa, spinta al dibattito in corso”.

 “Le Ong e il Terzo settore in generale stanno attraversando una fase difficile e cruciale; mai come ora - dichiara Giovanni Lattanzi - il Cocis è chiamato a fare la propria parte. Vogliamo dare il nostro contributo offrendo nuove idee, prospettive e strategie di impatto che siano da stimolo per un rilancio delle politiche per la cooperazione allo sviluppo”. (Inform)

Sbarca a Modena il libro sull’epopea degli italoamericani


ITALIANI ALL’ESTERO

Da “Emiliano-Romagnoli nel mondo”

Sbarca a Modena il libro sull’epopea degli italoamericani

Già presentato a New York e Washington, “Trovare l’America” reca un forte contributo dell’Università di Modena e Reggio

I volti, le pose, gli abiti, i bagagli, gli oggetti, le storie, gli sguardi sono fissati in centinaia di fotografie nel libro “Trovare l’America”. Quasi tutte arrivano dalle collezioni della “Library of Congress” di Washington, l’istituzione che più di ogni altra rappresenta la memoria ufficiale degli Stati Uniti. È da questo gigantesco magazzino della memoria che hanno attinto gli autori di “Trovare l’America”, il volume ideato e curato da Paolo Battaglia e Linda Barrett Osborne, con premessa di Martin Scorsese e introduzioni di Mario B. Mignone e Antonio Canovi. Il libro è stato realizzato in due versioni: in lingua italiana e in lingua inglese, quest’ultima con il titolo “Explorers Emigrants Citizens”.

Dopo gli incontri a New York al Consolato Italiano e in alcune prestigiose Università e a Washington alla “Library of Congress” e al Gala della NIAF, la National Italian American Foundation, è stata scelta Modena come sede per la presentazione ufficiale del volume. L’appuntamento è previsto per sabato 30 novembre alle ore 17,30 presso l’Accademia Militare di Modena in piazza Roma 15. L’incontro, organizzato da Panathlon Modena e Anniversary Books in collaborazione con l’Accademia Militare di Modena, dopo il saluto del Comandante dell’Accademia Militare, il Generale Giuseppenicola Tota, avrà come protagonisti l’ideatore ed editore del libro Paolo Battaglia, Lorenzo Bertucelli del Dipartimento di Studi Linguistici e Culturali dell’Università di Modena e Reggio - Laboratorio di storia delle Migrazioni - e Antonio Canovi, co-autore del libro.

“I miei nonni – scrive Scorsese nell’introduzione del libro – arrivati in America dalla Sicilia all’inizio del Novecento, erano italiani. I miei genitori, nati qui, erano italoamericani. Io ero, e sono ancora, americano italiano. E anche se so che non dimenticheranno mai le loro origini, le mie figlie sono americane”. È condensata in queste poche righe del grande regista l’evoluzione della presenza italiana negli Stati Uniti che il libro vuole raccontare. La narrazione è supportata da immagini inedite e offre una prospettiva nuova e originale sulla complessa esperienza degli italiani in America, da Colombo fino a oggi. Oltre a personaggi noti come Antonio Meucci, Fiorello LaGuardia, Joe Di Maggio, nel libro trovano spazio le vicende di uomini come Giacomo Beltrami, il primo esploratore a raggiungere le sorgenti del Mississippi nel 1823, e Joe Petrosino, precursore della lotta al crimine organizzato. Il libro ricostruisce con grande vivacità e precisione la vita, spesso difficile, affrontata da milioni di nostri connazionali che scelsero l’emigrazione e il percorso che li ha portati a essere una grande risorsa per gli Stati Uniti. Oltre alle opere di autori noti come Lewis Hine, il libro riscopre artisti italiani come Carlo Gentile, che fotografò i nativi americani del Sud-Ovest nell’Ottocento, e Athos Casarini pittore futurista e apprezzato illustratore per le più popolari riviste newyorkesi d’inizio Novecento.

Una fotografia in chiaroscuro che, per precisa scelta degli autori, affronta sia gli aspetti positivi che quelli negativi dell’immigrazione italiana negli Stati Uniti. “Molte opere si occupano della storia dei gruppi etnici che formano la società statunitense – spiegano Barrett Osborne e Battaglia – concentrandosi sui loro successi e sulle loro affermazioni. Anche noi li abbiamo evidenziati con orgoglio, ma non potevamo trascurare aspetti più problematici e complessi come il crimine organizzato e gli stereotipi negativi che ha innescato; la povertà e l’esclusione sociale; le lotte sindacali e anarchiche; le differenze politiche e culturali tra gli stessi italo americani che, ad esempio, nel Ventennio si divisero tra i molti che sostenevano il regime fascista e i pochi che lo contestavano”.

Un’opera che dirada anche molti luoghi comuni sulla figura dell’immigrato italo-americano, soprattutto evidenzia le sfumature, le differenze anche profonde che i protagonisti del fenomeno migratorio portavano con sé. “Dalle pagine del libro – spiegano ancora gli autori – emerge chiaramente che non esiste l’Italo Americano tipo, con caratteristiche costanti per ciò che riguarda le condizioni professionali, l’educazione, il carattere, le idee e le convinzioni. Le immagini della Library of Congress mostrano piuttosto la grande varietà in cui si manifesta l’esperienza italo americana negli Stati Uniti”.

Le tre sezioni “Esploratori”, “Emigranti”, “Cittadini”, sono introdotte da saggi di due storici, il reggiano Antonio Canovi e l’italo-americano Mario B. Mignone, che ricostruiscono l’evoluzione della presenza italiana in America.

 Un’evoluzione e una trasformazione che anche Martin Scorsese racconta nella premessa attraverso un dettaglio assai significativo: “Little Italy – dice il regista – oggi è un quartiere storico, un luogo visitato da turisti (…) Certo, per quelli come noi che sono cresciuti lì, è triste vedere la scomparsa di quel mondo. Ma non è una tragedia. È New York ed è l’America, entrambe in costante trasformazione”.(Emiliano-Romagnoli nel mondo/Inform)

“Tra occupazione e Resistenza: i militari italiani della Divisione Garibaldi”


CONVEGNI 

Il 3 dicembre alla Casa della Memoria e della Storia di Roma

“Tra occupazione e Resistenza: i militari italiani della Divisione Garibaldi”

ROMA - Martedì 3 dicembre alle ore 15, la Casa della Memoria e della Storia di Roma ospiterà il seminario di studi “Tra occupazione e Resistenza: i militari italiani della Divisione Garibaldi (1943-1945)”. L’iniziativa è a cura dell’Istituto romano per la storia d'Italia dal fascismo alla Resistenza (Irsifar) Porteranno i saluti: Patrizia Salvetti, presidente Irsifar e Annita Garibaldi Jallet, presidente Anvrg. Presiederà Lutz Klinkhammer, Istituto Storico Germanico di Roma.

Interverranno: Paolo Fonzi, Seconda Università degli Studi di Napoli, su “L'occupazione nazifascista nei Balcani”; Federico Goddi, Università degli Studi di Genova su “L'occupazione italiana in Montenegro: il caso della Divisione fanteria Venezia (1941 -1943)”; Matteo Stefanori, Ufficio Storico in Porta San Pancrazio-Anvrg su “La Divisione Italiana Partigiana Garibaldi”; Maria Teresa Giusti, Università Gabriele D'Annunzio di Chieti-Pesacara, su “La propaganda antifascista tra i militari della Divisione”; Eric Gobetti, ricercatore indipendente, su “I Partigiani di Tito e la Divisione Garibaldi”; Agostino Bistarelli, Irsifar; Annita Garibaldi Jallet, presidente Anvrg su “I reduci della Divisione Garibaldi”.  Seguirà un  dibattito. (Inform)

rinascita e.V. : Festa di fine anno 2013


ASSOCIAZIONI

Il 6 dicembre a Monaco di Baviera, presso l’Inca-Cgil

rinascita e.V. : Festa di fine anno 2013

MONACO DI BAVIERA – L’Associazione culturale “rinascita e.V.”a Monaco di Baviera  invita i soci e gli amici alla Festa di Fine Anno 2013.

La Festa si terrà venerdì 6 dicembre alle ore 19 presso l’Inca-Cgil (Häberlstr. 20, München, U3/U6 fermata Goetheplatz). Sara “un’occasione per parlare e brindare insieme”. (rinascita e.V. tel. 089/36 75 84 - info@rinascita.de - www.rinascita.de). (Inform)

“Volare” vincitore dell’Audience Choice Award dello European Union Film Festival di Toronto


CINEMA

“Volare” vincitore dell’Audience Choice Award dello European Union Film Festival di Toronto

TORONTO - Il film “Volare – La Grande Storia di Domenico Modugno”, diretto da Riccardo Milani, è risultato vincitore dell’Audience Choice Award dello European Union Film Festival di Toronto. La premiazione è avvenuta mercoledì 27 novembre, con la consegna del riconoscimento da parte del Console della Repubblica Lituana Paul Karus.

Il film - segnala l’Istituto Italiano di Cultura di Toronto - era stato accolto con grande entusiasmo la sera della proiezione, sabato 16 novembre. Tutti i posti in prenotazione erano andati rapidamente esauriti, così come gli altri posti disponibili (400). Oltre settanta persone che avevano atteso in coda non sono riuscite ad avere accesso in sala. La proiezione era stata preceduta dall’esecuzione della canzone titolo del film da parte del musicista italo - canadese Carlo Coppola.

Lo European Union Film Festival, che si svolge da nove anni, è il frutto della collaborazione tra consolati e istituti di cultura europei presenti a Toronto ed è volto ad offrire uno spaccato del migliore cinema europeo contemporaneo. L’accesso alle proiezioni è gratuito. Da quest’anno è stata introdotta la possibilità di prenotare il posto dietro il versamento di una donazione di dieci dollari.

Per la promozione del film questo Istituto, oltre a far ricorso ai tradizionali mezzi di comunicazione quali newsletter, inviti, comunicati stampa, ha lanciato una intensa campagna sui social media, creando appositi concorsi aventi per oggetto notizie sul cantautore italiano e mettendo in palio alcuni suoi cd.

Il riconoscimento tributato al film va ascritto alla sceneggiatura firmata da due tra i più affermati autori del cinema italiano - Stefano Rulli e Sandro Petraglia – dal ritmo impresso dalla regia, che pur nasce come sceneggiato televisivo, e dalla eccezionale bravura del protagonista, Giuseppe Fiorello, capace di interpretare Domenico Modugno non solo nella gestualità quanto imitandone alla perfezione la voce. Un film che tocca corde nostalgiche e che narrando la storia del successo di “Volare” racconta di un’Italia proiettata verso il futuro. (Inform)

CGIE - Il dibattito sulle riforme costituzionali e il futuro della circoscrizione Estero


ASSEMBLEA PLENARIA CGIE
Il dibattito sulle riforme costituzionali e il futuro della circoscrizione Estero
Gli interventi del segretario generale Elio Carozza, del senatore Claudio Micheloni (Pd), dei deputati Marco Fedi (Pd) e Gianni Farina (Pd), di Silvia Bartolini (Emiliano romagnoli nel mondo) e dei consiglieri Carlo Consiglio (Canada) Valter Della Nebbia (Usa) Giangi Cretti (Fusie) Norberto Lombardi (Pd), Dino Nardi (Svizzera) , Alberto Bertali (Gran Bretagna), Paolo Castellani (Cile), Michele Coletta (Venezuela), Franco Narducci(Svizzera) , Mariano Gazzola (Argentina) e Michele Schiavone (Svizzera)

ROMA – La seconda sessione plenaria del Cgie si è aperta con la riflessione del segretario generale Elio Carozza sugli esiti degli incontri istituzionali avuti nei giorni scorsi dai consiglieri del Cgie presso la Camera e il Senato. Riunioni che sono state in primo luogo caratterizzate dal dibattito sulle riforme costituzionali. “Ho avuto l’impressione – ha spiegato Carozza - che al Senato la questione si già delineata e chiara in quanto si è parlato di una presenza dei rappresentanti degli italiani all’estero solo nel nuovo Senato delle Regioni. Dall’incontro alla Camera  ho invece avuto la sensazione che qualche spiraglio in più esista.. In ogni caso – ha precisato il segretario generale - noi abbiamo insistito su di un concetto semplice e cioè che vogliamo essere cittadini come tutti gli altri. Quindi abbiamo posto una questione di uguaglianza e di diritto…Per quanto riguarda invece il Governo, - ha continuato Carozza - sempre sul fronte delle riforme costituzionali , non abbiamo avuto alcuna risposta. Credo che in proposito dovremo chiedere la posizione dell’esecutivo direttamente al nostro ministro o al Presidente del Consiglio”.
E’ poi intervenuto Carlo Consiglio (Canada)  che si è detto soddisfatto per la svolgimento degli incontri presso la Camera e il Senato. Confronti che , a suo giudizio, dovrebbero divenire una vera e propria strategia operativa del Cgie ed avere luogo, oltre che con i componenti dei Comitati dedicati agli italiani all’estero, con i presidenti ed i membri delle Commissioni parlamentari di competenza. Dopo l’intervento del consigliere Valter Della Nebbia (Usa) che ha sottolineato la necessità di evitare un nuovo sistema di voto per i Comites che possa avere un qualche tipo di costo per i cittadini, ha preso la parola Giangi Cretti  (Fusie) che ha evidenziato l’esigenza di comprendere quali siano i criteri utilizzati, nell’ambito del programma di razionalizzazione della rete consolare, per la scelta delle sedi da sopprimere. “ Se il principio è quello del risparmio – ha aggiunto Cretti – allora andrebbe detto quanto si risparmia”. Il presidente della Fusie ha anche ricordato il problema della scarsa attenzione delle tematiche degli italiani all’estero da parte dei grandi media italiani che parlano di queste questioni solo in presenza di eventi negativi .  La necessità di dare più incisività al confronto fra Consiglio Generale  e Parlamento è stata sottolineata anche dal componente del Comitato di Presidenza del Cgie Norberto Lombardi (Pd) che ha auspicato la realizzazione di un documento formale, da inviare agli interlocutori istituzionali, in cui si chieda un impegno ai presidenti delle commissioni competenti di  Camera e Senato affinché,  prima di prendere decisioni sulle riforme, venga ascoltato il parere del Cgie. In questo cointesto per Lombardi sarebbe inoltre opportuno sia chiedere la rapida approvazione di una riforma che metta in sicurezza il voto per corrispondenza, sia porre all’attenzione del Presidente del Consiglio l’intenzione del Cgie di non arretrare di un centimetro sul rispetto del principio della parità del diritto di cittadinanza. Da Lombardi sono state poi segnalate la questioni del coordinamento dei soggetti che agiscono all’estero (Camere di Commercio , Regioni) nel campo dell’internazionalizzazione e della ristrutturazione della rete diplomatica – consolare . Un problema, quest’ultimo, su cui il consigliere del Cgie auspica, prima di poter valutare singolarmente le chiusure delle sedi all’estero, la realizzazione da parte del Mae di un piano sui servizi di prossimità in tutte le aree del mondo. Dal canto suo Dino Nardi (Svizzera) , membro del Comitato di Presidenza del Cgie, ha posto in evidenza come, attraverso le riforme costituzionali,  si stia tentando di distruggere la circoscrizione Estero ottenuta dalle comunità nel mondo dopo oltre 50 anni di lotta. “Non è colpa degli eletti all’estero – ha spiegato Nardi – ma del disinteresse del Paese, nei confronti degli italiani all’estero visti solo come un fatto storico, che si riflette sui parlamentari”. Dopo l’interevento di Alberto Bertali (Gran Bretagna) , che ha auspicato delle alternative operative alle chiusure dei consolati da individuarsi ad esempio nei patronati e negli agenti consolari ed ha sollevato il problema del sostegno alle imprese che vanno all’estero e tornano in Italia, Paolo Castellani (Cile) ha rilevato l’importanza dei 18 deputati e senatori della circoscrizione Estero che operano in Parlamento, in raccordo con il Cgie, per spiegare e promuovere politiche favorevoli agli italiani all’estero. Un confronto , quest’ultimo, che al momento manca con il Governo. Castellani ha anche segnalato il rischio con le nuove modalità di voto di una bassa partecipazione alle elezioni dei Comites.
Anche per il deputato  del Pd Marco Fedi , eletto nella ripartizione Africa, Asia, Oceania e Antartide,  ha evidenziato l’esigenza, da parte  del Cgie, di cogliere la disponibilità all’interlocuzione del Parlamento. “ Questa discussione sulla rappresentanza – ha poi precisato Fedi - deve essere ricollocata da dove è partita e quindi presso le nostre comunità. Il Cgie sulle riforme costituzionali dovrebbe far ripartire il dibattito fra le nostre collettività che possono esprimere valutazioni diverse sulla circoscrizione Estero e sulla effettività del voto. E’ necessario ripartire dai temi centrali della vita delle collettività italiane all’estero”. Per Fedi inoltre bisogna chiedere al Parlamento di trovare gli strumenti più idonei a garantire il diritto di partecipare al voto politico dei nostri connazionali nel mondo. Un percorso, quello della riforma della circoscrizione Estero,  che, secondo il deputato, dipenderà anche dal cammino parallelo della riforma elettorale dove si sceglierà il sistema maggioritario o proporzionale. Dopo aver ricordato che nella legge di stabilità non sono state recepite le richieste per gli italiani all’estero sull’Imu e sulle detrazioni fiscali per i carichi di famiglia, Fedi ha segnalato le risposte insoddisfacenti ottenute sulle chiusure delle sedi consolari e l’esigenza di avere in Commissione Esteri un parere chiaro del Cgie sul nuovo regolamento di voto per i Comites.  
Ha poi preso la parola il presidente del Comitato del Senato per le questioni degli italiani all’estero Claudio Micheloni che ha sottolineato come, mentre si attende il varo del disegno di legge del Governo sulle riforme costituzionali, il clima del Senato su questa materia sia in costante evoluzione e quindi nulla possa essere dato per scontato.   “Io affermo la necessità per gli italiani all’estero – ha poi aggiunto Micheloni - di tre livelli di rappresentanza. Noi siamo presenti nelle due Camere e chiediamo di rimanervi. Il punto di partenza è questo e credo , visto che i tempi della riforma subiranno un’accelerazione,  che su questo serva al più presto una presa di posizione del Cgie. Non basta – ha proseguito il senatore del Pd - appellarsi ad un principio di uguaglianza di cittadinanza sull’aspetto istituzionale per avere la garanzia dello status quo, perché c’è un dibattito parlamentare aperto e in questo abito contano i numeri. Probabilmente bisognerà essere pronti ad avere una certa evoluzione del rapporto con l’Italia per garantire una rappresentanza degli italiani all’estero che sia utile al paese”.
Micheloni ha poi rilevato come si stia lavorando da un lato per reperire nuove risorse per l’elezioni dei Comites, ad esempio come richiesto dal Cgie dirottando una parte dei fondi destinati alle elezioni europee dei nostri connazionali fuori dai confini sulle consultazioni per i Comites e il Cgie, e dall’altro sul fronte della riforma del voto all’estero su cui il Comitato del Senato per le questioni degli Italiani all’estero ha consegnato un documento in cinque punti alla Commissione Affari Costituzionale. Dopo aver ricordato che alla Camera potranno essere recuperati gli emendamenti non votati al Senato sugli italiani all’estero della  Legge di Stabilità che comunque ha consentito di acquisire 5 milioni di euro in più i capitoli di spesa dei nostri connazionali, Micheloni ha segnalato la presentazione sia di un disegno di legge delega di riforma del Mae, volto a costruire un sistema globale per l’estero, sia di una mozione presso l’Aula del Senato che si contrappone alla chiusura delle sedi indicate nel progetto di ristrutturazione della rete consolare.  A seguire il deputato del Pd Gianni Farina, eletto nella ripartizione Europa, ha posto in evidenza la necessità di adottare, nel caso di sopravvivenza della circoscrizione Estero, il sistema del collegio uninominale per Paese che consentirebbe all’eletto di rappresentare fisicamente ed intellettualmente la comunità di riferimento. Per quanto poi riguarda la ristrutturazione della rete consolare Farina auspica un’iniziativa di dissenso da parte del Cgie,  a causa dei problemi che potrebbero crearsi per la mancanza di servizi di prossimità  per gli italiani all’estero. “Si impone – ha concluso Farina dopo aver segnalato l’importanza di mantenere i tre livelli di rappresentanza delle nostre comunità nel mondo -  la creazione di una Commissione bicamerale per le tematiche degli italiani all’estero con i diciotto parlamentari eletti all’estero e 18 parlamentari eletti in Italia. Una bicamerale che avrebbe il compito di incalzare il parlamento e coordinare il lavoro”.  
Dopo le parole del Michele Coletta (Venezuela) che ha ricordato l’importanza degli uffici consolari per le nostre comunità all’estero ed ha parlato dell’esigenza di consultare le istituzioni locali per cercare alternative alla chiusura dei consolati, Franco Narducci (Svizzera) ,già deputato del Pd della ripartizione Europa, ha evidenziato l’esigenza di trovare per il Cgie una diversa collocazione che gli permetta di portare le proprie battaglie, volte a far crescere il sistema Paese e a rappresentare le nostre comunità nel mondo, anche al di fuori del ministero degli Esteri. Per quanto poi riguarda la prevista chiusura di sedi consolari Narducci ha precisato “Noi dobbiamo avere la forza di chiedere all’amministrazione del Mae e al ministro Bonino come in questo contesto continueranno a funzionare i servizi per gli italiani all’estero e che fine ha fatto il progetto dei servizi telematici ha distanza. Non si può chiudere un consolato come San Gallo e non dire come si intendono fornire i servizi per i nostri connazionali”. Narducci ha infine segnalato la necessità di creare un’agenzia o un osservatorio a livello europeo per il mercato del lavoro e il problema della nuova mobilità dai Paesi del sud verso il nord.
Tra gli altri interventi del dibattito ricordiamo quelli di Mariano Gazzola (Argentina), che ha segnalato una certa confusione fra le forze politiche su cosa si vuole fare per gli italiani nel mondo ed ha auspicato un’azione unitaria da parte dei parlamentari eletti all’estero, e di Michele Schiavone (Svizzera), componente del Comitato di Presidenza del Cgie , che ha sottolineato l’importanza di tornare a costruire un nuovo sistema Italia  che sappia valorizzare le potenzialità delle nostre comunità all’estero che non devono essere abbandonate dallo Stato. Per Schiavone , proprio a causa delle difficile situazione economica del momento, bisogna guardare al futuro non come ad un incognita, ma come ad un’opportunità per dare al nostro paese speranza e fiducia.  Segnaliamo infine le parole di Silvia Bartolini, presidente della Consulta degli emiliano-romagnoli nel mondo, che, dopo aver sottolineato come le associazioni regionali nel mondo continuino a lavorare nonostante la chiusura di molti uffici regionali per l’emigrazione, ha evidenziato come gli albi dei sodalizi dei corregionali nel mondo dell’Emilia Romagna, sulla base della separazione delle competenze fra Stato e regioni, siano di esclusiva gestione e competenza della Regione.  La Bartolini ha poi annunciato che le consulte regionali stileranno un documento sulla chiusura dei consolati e degli istituti Italiani di cultura in cui si chiederanno informazioni sulle motivazioni di queste scelte. Dopo aver sottolineato l’esigenza di andare a votare nelle migliori condizioni tecniche per il rinnovo dei Comites, la Bartolini ha auspicato la creazione di un gruppo di lavoro con i responsabili delle regioni che, insieme al Comitato di Presidenza del Cgie  e agli eletti della circoscrizione Estero,  segua momento per momento, mantenendo saldo l’obiettivo dei tre livelli di rappresentanza per gli italiani all’estero, il dibattito in Parlamento sulle riforme costituzionali . (Goffredo Morgia/Inform)

Marco Fedi (Pd): Ripartire dalla nostra storia


ASSEMBLEA PLENARIA CGIE
Marco Fedi (Pd): Ripartire dalla nostra storia

ROMA - Ritengo indispensabile ricollocare la discussione politica sull’esercizio in loco del diritto di voto nelle nostre comunità nel mondo, dalla rete associativa fino ai Comites e al CGIE – oltre che nelle sedi parlamentari dove dobbiamo cogliere tutte le opportunità forniteci in questi giorni dai Comitati e dalle Commissioni di Camera e Senato. La soluzione politica e parlamentare della circoscrizione estero – ha continuato Marco Fedi, deputato eletto all’estero per il Pd nella ripartizione Africa-Asia-Oceania-Antartide nel suo intervento alla Farnesina durante la seconda giornata della Plenaria del CGIE – nasceva, infatti, come risposta al tema centrale dell’effettiva partecipazione politica dei cittadini italiani al voto. Nel documento dei saggi, come in alcune delle proposte di riforma avanzate da alcuni gruppi, non è stata ancora data una risposta efficace, sul piano costituzionale, in alternativa alla Circoscrizione Estero. Credo che l’impegno comune di tutti, anche in sede parlamentare, debba essere quello di assicurare ai cittadini italiani che risiedono all’estero la possibilità di esercitare un diritto fondamentale di cittadinanza, qual è il voto politico, senza dover rientrare in Italia. Per questa ragione credo possa essere utile ripartire dalla nostra storia, coinvolgendo la nostra gente, ascoltandola e facendola partecipare.
Sulle chiusure consolari ricordo quanto già detto: la Farnesina è chiamata ad affrontare la questione dell’organizzazione della nostra rete diplomatico-consolare nel mondo. Siamo convinti che sia possibile farlo continuando ad assicurare i servizi – ma in maniera seria, parlando della realtà e non di un futuro che può essere costruito solo con progetti, prospettive e risorse. E questa strategia, che può prevedere anche delle chiusure mirate, deve essere condivisa con il Parlamento. Il confronto politico deve avvenire nelle sedi Parlamentari e nel CGIE. Ogni altro tentativo, che non avvenga in maniera trasparente e nelle sedi competenti, deve essere respinto. Evidente, infine, che tutti siamo tenuti a rispettare le leggi. Desidero ricordare che le decisioni amministrative, con scelta di priorità dalle amministrazioni dello Stato, non rappresentano “applicazione puntuale di norme” ma decisioni amministrative che possono essere legittimamente criticate. Per questa ragione la revisione della spesa deve trasformarsi in obblighi precisi, in decisioni da adottare, non può più rappresentare una delega alle singole amministrazioni sulla scelta delle priorità.
Sul voto elettronico per il rinnovo dei Comites auspico che il CGIE prenda una posizione che arrivi alle Commissioni parlamentari e che – comunque – la Farnesina fornisca tutti i dati sul come, dove e quando e con quali risorse e sicurezza si vuole adottare, in forma non ancora sperimentata, una soluzione che tecnicamente è auspicabile ma che nei fatti non ci è ancora stata presentata se non con norme e regolamenti. L’informatica, anche quando applicata alla politica, è altra cosa!
Sui temi centrali alla vita delle nostre comunità – ricorda Fedi – dall’IMU alle detrazioni fiscali per carichi di famiglia, passando per le coperture sanitarie, la politica della Farnesina è stata distante dagli italiani nel mondo. La nostra storia e il nostro futuro, con i tanti giovani che lasciano l’Italia, meritano maggiore attenzione dal Governo. (Inform)

Vertice italo-turco: il vice ministro Marta Dassù a Istanbul


ESTERI
Vertice italo-turco: il vice ministro Marta Dassù a Istanbul
Incontro con la comunità imprenditoriale italiana

ROMA - Il vice ministro degli Esteri Marta Dassù si reca oggi a Istanbul per un incontro con il ministro per gli Affari Europei di Turchia, Egemen Bağis. L'incontro offre l'occasione per preparare il III vertice intergovernativo italo-turco, che si terrà a Roma il prossimo 17 gennaio.
I colloqui consentiranno di passare in rassegna le principali questioni europee, quali il processo di allargamento dell’Unione Europea e le relazioni UE -Turchia nel contesto dei profondi cambiamenti che stanno attraversando il Medio Oriente ed il mondo arabo. La riunione sarà l’occasione per fare il punto anche sulla situazione in Siria e in Libia e consentirà di soffermarsi sulla questione cipriota.
Il vice ministro Dassù incontrerà poi la comunità imprenditoriale italiana ad Istanbul e avrà un colloquio di lavoro con Volkan Bozkir, presidente della Commissione Esteri della Grande Assemblea Nazionale di Turchia. (Inform)

QUIRINALE - Celebrazione della Festa d'Autunno


QUIRINALE
Celebrazione della Festa d'Autunno

ROMA - È stata celebrata ieri al Palazzo del Quirinale, la "Festa d'Autunno" nel corso della quale il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha premiato i vincitori della ventunesima edizione del Concorso Nazionale "Immagini per la Terra - Inizia da te: l'acqua" promosso dall'Associazione ambientalista "Green Cross Italia".
La cerimonia, condotta da Sveva Sagramola di Rai Tre, è stata aperta dall'Inno nazionale cantato dal Coro dell'Istituto "Daniele Manin" di Roma al quale ha fatto seguito un minuto di silenzio per le vittime dell'alluvione in Sardegna, alla presenza di una delegazione degli studenti delle scuole di Olbia colpite dalla alluvione e del sindaco Gianni Giovannelli.
A seguire sono stati presentati due filmati dedicati al tema dell'acqua e del suo corretto utilizzo realizzati dagli studenti dell'ISIS Europa di Pomigliano d'Arco (Napoli) e dall'Istituto "Santa Maria" di Cittadella (Padova). Il coro dell'Istituto "Daniele Manin" ha quindi eseguito il brano 'Goccia dopo goccia'.
Dopo brevi interventi dei ministri dell'Ambiente Andrea Orlando, dell'Istruzione dell'Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza e del presidente di "Green Cross Italia" Elio Pacilio, Napolitano ha premiato le scuole vincitrici e ha risposto ad alcune domande degli studenti.
Erano presenti il fondatore di "Green Cross Italia" Guido Pollice, l'on. Mariapia Garavaglia ed esponenti del mondo della scuola e della società civile. (Inform)

Il presidente del Consiglio Enrico Letta a Vilnius al Summit del partenariato orientale


GOVERNO
Il presidente del Consiglio Enrico Letta a Vilnius al Summit del partenariato orientale

ROMA - “Gli accordi siglati oggi con Georgia e Moldavia dall'Unione europea dovranno ora essere finalizzati e speriamo di farlo sotto la presidenza italiana".
Lo ha detto il presidente del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta, dopo la conclusione del vertice di Vilnius.
Un vertice con "chiari e scuri per l'Ue per la mancata firma dell'Ucraina dell'accordo con l'Europa, ma essere qui comunque è segno di un successo storico della Ue" ha detto Letta sottolineando che nonostante le difficoltà la Lituania, ex repubblica sovietica, è stata capitale dell'Unione con il semestre di presidenza europea.
Il vertice, che riunisce gli Stati membri dell'Ue ed Armenia, Azerbaigian, Bielorussia, Georgia, Moldova e Ucraina, è presieduto dal presidente del Consiglio europeo, Herman van Rompuy, che, insieme al presidente della Commissione europea, Josè Manuel Barroso, rappresenta l'Unione europea. (Inform)

Roberto Menia (Ctim): difendere il voto all’estero e promuovere la lingua italiana nel mondo


CGIE
Intervento all’Assemblea plenaria del segretario generale del CTIM
Roberto Menia: difendere il voto all’estero e promuovere la lingua italiana nel mondo

ROMA - “Difendere il voto all’estero e promuovere la lingua italiana nel mondo”. Così il segretario generale del CTIM, Roberto Menia, intervenendo alla sessione dell’Assemblea plenaria del CGIE, per richiamare l’attenzione sul rischio spending review
L’occasione è stata utile - è detto in una nota - per salutare l’ingresso nell’organismo di Mario Zoratto ed è stato anche il “battesimo” del segretario generale del CTIM, Roberto Menia, che ha denunciato il pericolo che sia rimessa in discussione la grande conquista di Mirko Tremaglia, il voto degli Italiani all’estero.
 “E’ vero – ha affermato Menia – che non sempre gli eletti all’estero hanno illustrato il loro ruolo e che il voto per corrispondenza si è prestato ad evidenti abusi e scorrettezze: a ciò però non si ovvia cancellando la circoscrizione Estero (che garantisce rappresentanza effettiva di chi sta lontano dall’Italia) come propongono i ‘saggi’ di Letta ma piuttosto introducendo le nuove tecnologie, il voto elettronico, o i seggi consolari e quelli mobili certificati”.
Il segretario generale del CTIM ha proseguito affermando che è opportuno porre attenzione sui grandi fenomeni che investono il nostro Paese, dalle ondate di immigrazione che producono drammi come quello di Lampedusa (dove ha proposto di spostare la sede di Frontex) a quello della nuova emigrazione italiana che coinvolge soprattutto giovani e ‘cervelli’.
Menia ha quindi rimarcato come sia assolutamente contestabile la strada intrapresa dal Governo di ridurre la rete consolare, gli Istituti di cultura, i corsi di lingua italiana. “La spending review si faccia sugli sprechi – ha detto – non su ciò che è prioritario e strategico rispetto alla presenza italiana nel mondo”. (Inform)

Dal 2 al 4 dicembre a Malta i responsabili delle Chiese d'Europa


FONDAZIONE MIGRANTES
Dal 2 al 4 dicembre a Malta i responsabili delle Chiese d'Europa
La pastorale dei migranti e rifugiati: tra integrazione e inclusione

LA VALLETTA - Hal Safi, sud dell’isola di Malta: è con una visita a questo centro “chiuso” per richiedenti asilo che inizierà la due giorni promossa dalla Sezione “Migrazione” della Commissione Caritas in Veritate del CCEE (Consiglio delle Conferenze Episcopali d'Europa), presieduta dal cardinale Josip Bozanić, arcivescovo di Zagabria, dei vescovi e dei delegati responsabili per la pastorale dei migranti delle Conferenze episcopali.
’incontro si svolge a La Valletta (Malta) dal 2 al 4 dicembre su invito dell’Arcivescovo locale, mons. Paul Cremona, e vedrà la partecipazione di numerosi esperti e protagonisti della pastorale dei migranti di diversi paesi; dei vertici del Pontificio Consiglio per la pastorale dei migranti e degli itineranti, del suo presidente, il cardinale Antonio Maria Vegliò, e del sottosegretario del dicastero vaticano, mons. Gabriele Ferdinando Bentoglio. Nel corso dell’incontro, interverranno anche Emanuel Mallia, ministro degli Interni e della Sicurezza Nazionale della Repubblica di Malta; Helena Dalli, ministro delle Politiche Sociali, della protezione dei consumatori e delle libertà civili della Repubblica di Malta; l’ambasciatore José Angelo Oropeza Rojas, direttore dell'ufficio di coordinamento IOM per il Mediterraneo e capo delegazione IOM in Italia e a Malta, e il rappresentante locale della Santa Sede, mons. Aldo Cavalli, nunzio apostolico a Malta e in Libia.
“Il fenomeno migratorio è sempre stato presente nel continente europeo, ma per diverse ragioni assume oggi nuove dimensioni e si presenta più complesso che mai” afferma mons. Duarte da Cunha, segretario generale del CCEE, e prosegue: “Rifugiati, migranti temporanei (lavoratori stagionali), giovani in ricerca di lavoro esigono da parte della società una risposta a livello sociale, politico e anche pastorale a delle nuove sfide. Seguendo una già lunga tradizione, il CCEE vuole contribuire con questi incontri alle questioni pastorali che nascono in Europa nella pastorale con e per i migranti. Sapendo che la vita religiosa e l’appartenenza ad una comunità di fede è molto importante nella vita di ciascuno e che si fa sentire in modo particolare in chi sta lontano da casa sua, è urgente che venga riconosciuto da tutti il valore che la pastorale della Chiesa ha per la vita degli emigrati. Vogliamo ribadire che la pastorale dei migranti non è accessoria, ma è piuttosto una priorità della Chiesa e ha un influsso in tutta la vita sociale. Infatti, il contributo che la Chiesa porta alla coesione sociale e all’integrazione armoniosa dello straniero è enorme e deve essere molto valorizzato. La Chiesa è impegnata a reinventare l’ospitalità, alla luce della fede in Gesù Cristo, essa sa che è possibile reinventare la capacità di abitare insieme e condividere lo “stare a casa”. Tra gli interventi previsti quello di mons. Giancarlo Perego, Direttore generale della Migrantes. (Migrantes online /Inform)

Il senatore Fausto Longo (Psi): Non chiudere il consolato di Recife


ITALIANI ALL’ESTERO
Il senatore Fausto Longo (Psi): Non chiudere il consolato di Recife
Basta ai tagli alla spesa in nome del spending review

ROMA - La nostra collettività in Brasile è particolarmente colpita dalla decisione del governo di chiudere il consolato di Recife, ha detto il sen. Fausto Longo (Psi), eletto nella ripartizione dell’America Meridionale. Come senatori eletti all’estero a breve presenteremo insieme una mozione al Senato contro la chiusura dei 13 consolati. La chiusura di quello di Recife è un errore politico macroscopico perché lascia senza servizi consolari la popolazione di ben otto Stati del Brasile privandoli di servizi essenziali e penalizzandoli. L’Italia che vuole tornare a ritrovare la crescita economica sguarnisce così, con la chiusura di Recife una zona di fortissimo interesse per la Fiat e per molte altre aziende italiane.
Con le chiusure - ha proseguito Longo - si priva la parte più dinamica della nostra economia, quella rivolta alla esportazione a nuove difficoltà nel momento che li si priva del necessario sostegno in termini di  assistenza, impulso e promozione. La comunità italiana in Brasile tutta deve essere unita nel  mobilitarsi contro questa illogica decisione. Di fronte a decisioni, che colpiscono tutti è auspicabile si eviti il facile quanto improduttivo  esercizio dello scarico di responsabilità  e che , al contrario soprattutto da parte di chi intende impegnarsi, si sviluppi l’iniziativa verso il governo a sostegno della permanenza del consolato di Recife.
Il governo si  è assunto tutta la responsabilità per la chiusura dei consolati motivata soltanto da ragioni di risparmio nella spesa pubblica. E’ grave che non solo non si investa nel futuro del paese ma si faccia decidere le chiusure dei consolati al commissario per la spending review che lo ha annunciato rendendo noto il suo programma di tagli alla spesa pubblica.
Tutto ciò avviene mentre nel bilancio di previsione del Mae non si è messa mano a sufficienza sulle spese per le indennità e per i ruoli, per  beni mobili della struttura centrale, per un pulviscolo di associazioni, tagliando di gran lunga sui capitoli di più diretto interesse per le nostre comunità. La decisione sulla chiusura dei consolati non può essere calata sui cittadini italiani dell’estero come un fatto burocratico - ha concluso il senatore Fausto Longo -. Ognuno si deve assumere le sue responsabilità. (Inform)