Per il reindirizzamento cliccate link to example

lunedì 6 maggio 2013

Cittadinanza italiana: Scelta Civica presenta la sua proposta di legge

CAMERA DEI DEPUTATI

Firmatari del ddl per la modifica delle norme Mario Marazziti, Milena Santerini e Angela Fucsia Nissoli. Illustrati oggi i contenuti nella sala stampa di Montecitorio

Cittadinanza italiana: Scelta Civica presenta la sua proposta di legge 

L’iniziativa introduce il principio dello ‘ius soli’, insistendo sul ruolo fondamentale della scuola e della cultura italiana sancito dalla cittadinanza, anche per gli italiani all’estero. Il coordinatore Olivero: “Un momento di svolta sia per la cittadinanza ai figli degli immigrati in Italia che per i residenti all’estero”



ROMA – È stata illustrata questa mattina presso la sala stampa della Camera dei Deputati la proposta di legge recante nuove norme sulla cittadinanza italiana elaborata da Scelta Civica e presentata il 25 marzo scorso nello specifico dai deputati Mario Marazziti e Milena Santerini: un complesso di disposizioni orientate a diminuire la tempistica attualmente in vigore nel nostro Paese per la concessione della cittadinanza italiana e a facilitarne l’estensione ai minori nati in Italia e figli di genitori stranieri.

Una proposta che introduce nel nostro ordinamento – come si legge nel preambolo al testo - “il principio dello ius soli temperato, prevedendo la cittadinanza per nascita da genitori già stabilmente soggiornanti, e dello ius culturae, con l’acquisto non tardivo della cittadinanza per i bambini e i ragazzi nati all’estero la cui formazione culturale avvenga in Italia”. La scuola, dunque, come percorso riconosciuto fondamentale per l’integrazione e l’apprendimento della cultura italiana, fattore indispensabile per lo sviluppo di un’identità e un senso di appartenenza sancito dalla cittadinanza e che deve valere per estensione anche rispetto ai connazionali che risiedono all’estero. Il disegno di legge intende inoltre consentire il mantenimento della cittadinanza del Paese di origine, secondo il principio applicato agli italiani emigrati all’estero, e tutelare il mantenimento stesso della cittadinanza italiana anche per coloro che, figli di almeno un genitore italiano, l’abbiano persa con l’espatrio, “per cause non direttamente imputabili a loro stessi o per motivi di lavoro”. In questo ultimo caso, infatti, l’articolo 4 del ddl, elaborato con l’apporto di Angela Fucsia Nissoli Fitzgerald, deputata di Scelta Civica eletta nella ripartizione America settentrionale e centrale e co-firmataria del provvedimento, consente “il riacquisto della cittadinanza italiana nelle forme previste dalla legge, perché ciò non sia in contrasto con accordi bilaterali internazionali in vigore”.

“La nostra iniziativa nasce dalla consapevolezza della forte necessità per l’Italia di aprire una fase nuova – afferma Marazziti, - capace di utilizzare tutte le forze presenti per una rinascita che significhi crescita ma anche riunificazione nazionale”. Marazziti segnala il “percorso di stabilizzazione degli immigrati” che ha caratterizzato gli ultimi 20 anni del nostro Paese, “percorso che ha visto una profonda e positiva trasformazione della composizione delle classi scolastiche”: 8 su 100 sono i figli di immigrati che oggi frequentano le scuole italiane, percentuale che riflette l’importante presenza di minori stranieri nel nostro Paese. Su circa 4 milioni e mezzo di immigrati regolarmente presenti in Italia, circa 1 milione sono i minori, poco meno di 400 mila quelli nati in Italia. Si tratta di numeri destinati a crescere, dal momento che risulta, secondo i dati diffusi da Santerini, che l’80% dei bambini figli di genitori immigrati presenti nelle scuole dell’infanzia sono nati in Italia. Una nuova e necessaria coesione sociale nasce dunque concedendo a questa “generazione ponte” – che spesso non conosce la lingua del Paese di origine dei loro genitori - la cittadinanza italiana, considerando la “capacità di attrazione esercitata dalla nostra cultura”, appresa nelle nostre scuole, insieme a radici e comportamenti del tutto analoghi a quelli dei compagni di classe. “Crediamo che il principio di cittadinanza basato unicamente sullo ius sanguinis sia da superare e crediamo che lo ius culturae su cui si concentra il provvedimento sia un elemento di mediazione importante, in grado di creare un’ampia convergenza in Parlamento e nel Paese – afferma Marazziti, parlando di “un progetto che viene da lontano e per cui riteniamo oggi il nostro Paese maturo”. Nel caso dei minori, viene ricordato come oggi la cittadinanza italiana sia legata a quella dei genitori, per cui i figli che nascono in Italia da genitori che non sono cittadini italiani devono attendere 18 anni di età per presentare la loro richiesta di cittadinanza, vincolata ad un certificato di residenza continuativo. Oltre ad eliminare questo vincolo, il ddl lega la concessione della cittadinanza al compimento di percorsi scolastici e riduce gli anni necessari per la richiesta di cittadinanza italiana da parte degli adulti regolarmente soggiornanti nel nostro Paese.

Marazziti fa notare come le 65 mila acquisizioni di cittadinanza italiana registrate nel 2010 siano troppo poche rispetto ai dati della presenza straniera in Italia, specie guardando alla presenza permanente, visto che oltre la metà degli immigrati – rileva - si trova regolarmente nel nostro Paese da oltre 5 anni. I 10 anni richiesti per la cittadinanza italiana agli stranieri provenienti da aree extra-europee – che diventano 13 se si calcolano anche i tempi necessari allo svolgimento e la conclusione della pratica – sono inoltre il “dato più restrittivo riscontrabile ad oggi in tutta l’Unione Europea”. “Le stime ci dicono che i possibili candidati alla richiesta di cittadinanza italiana potrebbero aggirarsi a circa 2 milioni di persone – conclude Marazziti.

“L’intenzione è far leva non tanto sugli aspetti burocratici legati alla richiesta di cittadinanza, ma registrare l’effettiva integrazione quale dato di fatto legato al percorso scolastico compiuto e il legame affettivo maturato con il nostro Paese – afferma Santerini, sottolineando il contributo degli immigrati alla società e all’economia italiana – la loro imprenditoria cresce anche in un periodo di crisi – e evidenziando come “il pacchetto di welfare” associato alla nostra cittadinanza sia oggi “estremamente impoverito rispetto al passato”. “È sbagliato scoraggiare le persone dal diventare cittadini italiani, specie considerando come oggi più che mai questo voglia anche dire fatica. L’inclusione sociale maturata grazie alla condivisione della nostra cultura è un arricchimento per tutti – aggiunge Santerini, rilevando l’importanza di legare il riconoscimento della cittadinanza alla conclusione positiva di percorsi formativi e dell’investimento sulla scuola. Sull’arricchimento rappresentato per il nostro Paese dai “nuovi italiani” e sull’importanza di investire in cultura italiana, anche all’estero, insiste Gianpiero Dalla Zuanna, senatore di Scelta Civica, segnalando come anche il Senato si stia muovendo per la discussione e l’approvazione di una “legge di civiltà”, che “però – rileva - non risolve tutti i problemi di integrazione in Italia”. “Le radici si maturano nel luogo in cui si cresce e non è possibile estirparle – afferma il deputato Andrea Vecchio, ricordando quanto avvenuto sul fronte dell’emigrazione italiana all’estero. “I nostri emigrati hanno arricchito con il loro lavoro e la loro intelligenza tutti i Paesi di accoglienza e i loro figli – dice – spesso sono diventati classe dirigente in quegli stessi Paesi”.

Proprio segnalando l’importanza di ottenere un testo il più possibile condiviso dalle forze politiche presenti in Parlamento, Dalla Zuanna e Marazziti auspicano l’incardinamento della proposta di legge nei lavori delle Commissioni per iniziativa parlamentare, piuttosto che attraverso trattative governative, anche se mostrano di apprezzare il “cono di luce sollevato” sull’argomento dal nuovo ministro dell’Integrazione, Cecile Kyenge. Viene poi ricordato come vi siano già altri ddl presentati sulla materia e come alcuni deputati del Pd abbiano firmato la stessa proposta oggi illustrata.

Insistendo sulla componente culturale legata alla cittadinanza si intende “dare atto – ha sottolineato Marazziti - della forza di attrazione esercitata dalla nostra cultura”, elemento imprescindibile di una cittadinanza ricca di contenuto e ciò vale non solo per i nati in Italia figli di immigrati, ma anche per i connazionali residenti all’estero, come richiamato dal contributo di Fucsia Nissoli al ddl e dallo stesso coordinatore politico di Scelta Civica, Andrea Olivero.

“Sia per quanto riguarda la cittadinanza ai figli degli immigrati in Italia che per i residenti all’estero io credo che siamo oggi ad un momento di svolta – ci conferma Olivero, a margine dell’incontro. “Se oggi è impossibile escludere dalla cittadinanza italiana chi nasce in Italia e ha cultura italiana, allo stesso modo è folle pensare di allargare la cittadinanza italiana senza vincoli a seconde o terze generazioni che non hanno più alcun tipo di legame il nostro Paese”. “Si tratta quindi di trovare punti qualificanti affinché la cittadinanza sia ritenuta quale elemento importante anche della vita delle nostre collettività all’estero e concessa pertanto a coloro che ne sentono la necessità. Credo che molti italiani nel mondo vogliano questo vincolo alto – conclude Olivero - perché credono che la cittadinanza sia una cosa molto importante”. Resta da chiedersi se il Parlamento avrà il tempo necessario per elaborare un testo di riforma organico delle norme sulla cittadinanza, che tenga conto degli aspetti complessivi, ed estremamente complessi, della materia, così come il ddl presentato oggi ha l’ambizione di fare. (Viviana Pansa-Inform)

Nessun commento:

Posta un commento