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giovedì 28 febbraio 2013

Napolitano: “Rinnovo a Benedetto XVI il saluto riconoscente e affettuoso degli italiani”

QUIRINALE
Napolitano: “Rinnovo a Benedetto XVI il saluto riconoscente e affettuoso degli italiani”



ROMA – “Rinnovo a Benedetto XVI - nel momento conclusivo del suo mandato - il saluto riconoscente e affettuoso degli italiani. Ho sentito e sento di poterlo fare a nome del popolo e della nazione, che questo Pontefice non italiano ha sinceramente amato, e ha accompagnato con costante simpatia e benevolenza”. E' quanto scrive il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in un articolo pubblicato da ‘L'Osservatore Romano’.

“Anche i più lontani dalla Chiesa e dalla pratica religiosa - prosegue il capo dello Stato - hanno apprezzato l'elevatezza della ricerca e degli apporti di pensiero di Benedetto XVI, e insieme la sua semplicità e la sua discrezione. Gli anni del suo pontificato sono stati tra i più sereni nei rapporti tra la Chiesa e lo Stato nel nostro paese : nel segno del rispetto reciproco e della volontà di collaborazione. La dimensione sociale e pubblica - per comune riconoscimento - del fatto religioso, è stata in questi anni sempre vissuta col giusto senso del limite.

Sabato scorso, il mio personale commiato da Benedetto XVI è stato segnato da un'intima commozione. Perché fin dalla mia iniziale visita di Stato in Vaticano e dalla sua, in restituzione, al Quirinale, si era stabilito tra noi un senso di affinità che ci spingeva ad andare al di là di ogni ufficialità e formalità. Non potevo tuttavia prevedere il livello di attenzione e confidenza cui sarebbero giunti il rapporto e gli incontri tra noi.

Ne ho, così, potuto cogliere la sofferenza e il travaglio in momenti difficili e amari per la Chiesa ; e la serena determinazione nell'affrontare le prove che gli si presentavano.

E abbiamo avuto modo di verificare una schietta comunanza di preoccupazioni e di vedute sui fatti dell'Europa e del mondo. Gli sono grato per la stima e fiducia che mi ha dimostrato, e per la così sensibile sintonia in cui egli si è posto col mio fondamentale impegno per l'unità nazionale.

Benedetto XVI lascia - con un gesto di straordinario significato storico e umano - il soglio pontificio, ma non Roma. Non si allontana dall'Italia. E noi continueremo a sentirlo vicino, e ad essergli vicini con animo beneaugurante” conclude il presidente Napolitano. (Inform)

L’appello di Mirella Giai (Maie): Responsabilità da parte di tutti, per il bene del Paese

MOVIMENTI POLITICI
L’appello di Mirella Giai (Maie): Responsabilità da parte di tutti, per il bene del Paese



ROMA - – “Il quadro che emerge da queste ultime elezioni politiche, non è dei più confortanti. Complice una legge elettorale fatta male che non garantisce governabilità per nessuno. In Parlamento saranno presenti forze politiche molto diverse fra loro che hanno tutte ottenuto un ottimo risultato ma che non avendo la maggioranza, riusciranno difficilmente a garantire una buona governabilità. Questo non farà bene al Paese, per questo mi auguro che prevalga il buon senso e il bene del Paese. Da parlamentare chiedo a tutti responsabilità, perché polemizzare risulterà inutile e dannoso solo per il Paese. Bisogna cercare un nuovo equilibrio e rimetterci a tutto quello che è accaduto in passato, torniamo a parlare e a risolvere i problemi veri del Paese, i problemi della gente che fa fatica ad arrivare a fine mese, del lavoro che non c’è, di aiuti per le imprese, di far ripartire l’economia. E’ importante che i problemi del Paese, tornino le priorità da affrontare, basta scandali. La gente è stanca, annoiata, e disamorata. Non ci crede più in un Paese forte e competitivo, non crede di potersi rialzare. E questa è la peggiore delle cose che possa accadere: la sfiducia.

Come senatrice eletta all’estero voglio ribadire con forza la necessità dell’unione e dire che anche se lontani abbiamo sempre difeso il valore di questo grande Paese. Non siamo parte di “un’altra Italia”, siamo lo stesso Paese che lotta e che crede che si possa fare bene, per questo confido nell’impegno di tutti, a cui auguro buon lavoro e chiedo più amore e più unione per l’Italia e gli italiani. (Mirella Giai*/Inform)

*Senatrice uscente del Movimento Associativo Italiani all’Estero

Fucsia Nissoli (Con Monti per l’Italia): “Grazie alle elettrici e agli elettori che hanno creduto in me.

ELEZIONI POLITICHE 2013
Eletta alla Camera dei deputati nella ripartizione Nord e Centro America
Fucsia Nissoli (Con Monti per l’Italia): “Grazie alle elettrici e agli elettori che hanno creduto in me. Lavorerò per tutti connazionali  nel mondo”



Lei ancora non ci crede, la chiamano “onorevole” e si schermisce. Sì, perché Angela Fucsia Nissoli Fitzgerald, oggi deputato alla Camera del Parlamento italiano per la Circoscrizione Estero ripartizione Nord e Centro America, sposata, tre figli, coordinatore Maie per il Nord America, è una persona semplice, umile, abituata al “fare” più che all’ “apparire”, e che ha fatto della semplicità, di un rapporto aperto e diretto con la gente, il suo punto di forza.

Decisa e volitiva, Fucsia Nissoli ha vissuto e vive i problemi, i desideri, le criticità e le aspirazioni della comunità italiana negli Usa, in particolare i problemi delle donne italiane all’estero, sulle quali grava ancora, troppo spesso, l’intero carico della famiglia.

“Chiedo la tua fiducia per contribuire al rinnovamento del nostro Paese. Vivo negli Stati Uniti da 24 anni e, oltre alle quotidiane incombenze, mi sono sempre impegnata nel sociale a diversi livelli, cercando di comunicare ai miei figli l’amore e l’orgoglio per il tricolore”.

Il messaggio elettorale dell’on. Fucsia Nissoli: semplice, pulito, immediato. E gli elettori la fiducia gliel’hanno data, premiando un programma attuabile e concreto.

“Desidero esprimere - scrive oggi Fucsia Nissoli - il mio caloroso ringraziamento e la mia profonda gratitudine a tutte le elettrici e gli elettori che hanno creduto in me, che hanno confidato nella ripresa economica e sociale e nella rinascita morale italiana, che hanno voluto contribuire, con il loro voto, a ricostruire quell’immagine culturale, storica e dinamica dell’Italia che tutti noi vorremmo per il nostro Paese e per la quale l’Italia è celebre nel mondo. L’Italia ha bisogno di rinnovamento politico, di riacquistare credibilità, senso civico ed operatività. E deve dare risposte ai cittadini. Solo chi le vive sulla propria pelle, può rappresentare le istanze, le problematiche, i desideri degli italiani che vivono all’estero. Sono onorata, e mi impegnerò da subito nel rappresentare tutti gli italiani, ovunque vivano nel mondo, perché giungano sul tavolo di chi decide, i temi e le priorità da affrontare.

Ho condiviso con il Maie e con il suo Presidente, On. Ricardo Merlo, la scelta di appoggiare Mario Monti persona di grandi capacità, assai stimata sulla scena internazionale. Insieme lavoreremo per la ripresa dell’Italia. Un ruolo fondamentale, non dimentichiamolo, può e deve essere svolto in questa direzione dalla Comunità italiana negli Usa e nel mondo, perché la credibilità, l’onestà e la stima che vengono ogni giorno tributati ai nostri connazionali all’estero contribuiscano a restituire forza ad un’Italia che merita un ruolo importante sullo scenario internazionale.

Noi Italiani d’America abbiamo dato tanto all’America, ora siamo pronti a dare forza alla nostra nazione! Desidero ringraziare gli elettori degli Stati Uniti e del Canada, le Associazioni, i Club regionali, le donne e gli uomini che mi hanno incoraggiata anche nei momenti di scoramento di una campagna elettorale difficile eppure entusiasmante, tutti i compagni di viaggio, i candidati del mio e degli altri schieramenti, che mi hanno sostenuta e incoraggiata, quelli che sono stati eletti e quelli che non ce l’hanno fatta. Tutti hanno dato il massimo ed è stato bellissimo averli al mio fianco in una concorrenza leale che mi ha spronata a dare sempre di più. Grazie, grazie grazie alle italiane e agli italiani all’estero: ce la metterò tutta per essere all’altezza del compito che mi avete affidato. W l’Italia!” (Mina Cappussi/Inform)

Radio Colonia: domani uno Speciale sul dopo elezioni in Italia

MEDIA ITALIANI ALL’ESTERO
In onda dalle ore 19 alle ore 20
Radio Colonia: domani uno Speciale sul dopo elezioni in Italia



COLONIA – Uno speciale dedicato al dopo elezioni in Italia sarà trasmesso domani 1 marzo da Radio Colonia, il programma in lingua italiana della radiotelevisione pubblica tedesca Wdr.

Il programma andrà in onda dalle ore 19 alle ore 20.

“Avremo ospiti in studio, parlamentari eletti all'estero collegati al telefono, approfondimenti sul fenomeno Grillo e sul difficile passaggio costituzionale. Apriremo il programma alle telefonate e alle mail degli ascoltatori” ,spiega il caporedattore di Radio Colonia Tommaso Pedicini invitando gli ascoltatori a scrivere le proprie opinioni all’indirizzo radiocolonia@wdr.de e ,nel caso volessero essere richiamati durante la diretta, a lasciare un recapito telefonico.

Radio Colonia trasmette tutti i giorni dal lunedì al venerdì dalle ore 19 alle ore 20 sulle frequenze 103,3 FM in Nordreno-Vestfalia, 96,3 FM a Berlino e 96,7 FM a Brema. La trasmissione è riascoltabile come podcast e webchannel. http://www.funkhauseuropa.de/sendungen/radio_colonia/ (Inform)

“Meno Carità e più Giustizia”: il 1° marzo in Campidoglio si ricorda don Luigi Di Liegro

INCONTRI 
Fondazione Internazionale Luigi Di Liegro e Roma Capitale
“Meno Carità e più Giustizia”: il 1° marzo in Campidoglio si ricorda don Luigi Di Liegro


ROMA - “Meno Carità e più Giustizia” è il titolo dell’incontro che si terrà il 1 marzo a Roma, in Campidoglio , per ricordare don Luigi Di Liegro, fondatore della Caritas romana, scomparso 15 anni fa . L’appuntamento è alle ore 10 presso la Sala Pietro da Cortona dei Musei Capitolini. Interverranno Giovanni Anversa, Giovanni B. Sgritta, Luigina Di Liegro, Maurilio Guasco, padre Giovanni La Manna, Fabrizio Schedid, Massimo Vallati. Modererà Paolo Masini, consigliere comunale di Roma Capitale. (http://www.fondazionediliegro.it/images/stories/immagini/PresentazioneCampidoglio010313.pdf ) (Inform)

Cinema: Rassegna il 4 marzo all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles

CINEMA
Rassegna “Una finestra sull'Italia: film e dibattiti sull’Italia contemporanea”
“Sfiorando il muro”: il 4 marzo all’Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles



BRUXELLES – Nell’ambito della rassegna “Una finestra sull'Italia: film e dibattiti sull'Italia contemporanea” promossa dall'Istituto Italiano di Cultura di Bruxelles , lunedì 4 marzo, alle ore 19, sarà proiettato il film “Sfiorando il muro” (2012) di Silvia Giralucci e Luca Ricciardi (interpreti: Guido Petter, Raul Franceschi, Antonio Romito, Pietro Calogero, Stefania Paternò)

La regista Silvia Giralucci e il co-regista Luca Ricciardi saranno presenti in sala e risponderanno alle domande del pubblico dopo la proiezione.

Ingresso gratuito (prenotazione obbligatoria: http://www.eventbrite.com/event/5585638796# )

L’evento è organizzato dall’IIC di Bruxelles (rue de Livourne, 38) insieme alla Regione Veneto

“Sfiorando il muro”. La prima comunione e il blitz del 7 aprile, i giochi con le amiche e il rapimento di Aldo Moro. E’ un film sugli anni Settanta da un punto di vista particolare: una bambina di allora che ricorda manifestazioni e scritte sui muri con turbamento. C'è un perché: il padre dell'autrice, Graziano Giralucci, venne ucciso con Giuseppe Mazzola nel 1974 dalle Brigate rosse all'interno della sede del Msi di Padova. Furono le prime vittime delle Br. Per capire come sia stato possibile accettare e considerare inevitabile la violenza politica l'autrice cerca chi la violenza l'ha praticata, chi l'ha subita, chi l'ha combattuta: dagli autonomi ai ragazzi del Fronte della Gioventù, dal magistrato Pietro Calogero, autore del blitz del 7 aprile contro Toni Negri, a Guido Petter, docente universitario ex partigiano che venne colpito a colpi di martellate sul capo, fino al sindacalista che divenne “infame” e fu costretto a nascondersi per anni solo per aver raccontato alla magistratura tutto quello che ricordava del suo periodo di militanza in Potere operaio. Questo viaggio tra punti di vista diversi e a volte inconciliabili diventa per Silvia Giralucci anche un modo di riconciliarsi con la difficile memoria del padre, un martire simbolo per la sua comunità politica, una vittima a lungo considerata colpevole per il solo fatto di essere di destra, un papà presente solo nei sogni. (Inform)

Seconda edizione del Premio Barbara Fabiani

STORIA SOCIALE 
Seconda edizione del Premio Barbara Fabiani



ROMA - Seconda edizione del Premio Barbara Fabiani, promosso dalla Infinito Edizioni.

Il Premio Barbara Fabiani per la Storia Sociale è nato in memoria della scrittrice, giornalista e studiosa di scienze sociali Barbara Fabiani, scomparsa il 14 dicembre 2011 all’età di 43 anni.

Il Premio ha il fine di indagare e raccontare l’evoluzione delle questioni di genere e, più in generale, dei rapporti affettivi e familiari nell’esperienza delle persone e nel corso della storia. Obiettivo del Premio è di valorizzare ogni anno un’opera divulgativa in materia – scelta tra quante saranno inviate al vaglio della Giuria, presieduta dal professor Carmine Russo – così da mantenere alta l’attenzione sugli studi sociali e, al contempo, costituire una biblioteca divulgativa di alto spessore letterario e sociale in materia.

Il Premio si compone di due sezioni: “parole”, all’interno della quale potranno trovare spazio lavori di saggistica, inchieste, reportage, opere teatrali; la seconda “immagini”, all’interno della quale potranno trovare spazio fotografie o illustrazioni. Dette sezioni avranno, ciascuna, un’unica opera vincitrice.

Ciascuna delle due opere vincitrici sarà premiata con la pubblicazione. Le due opere vincitrici, una per ogni sezione, concorreranno a costituire un’unica opera letteraria: l’immagine vincitrice (fotografia o illustrazione, a colori o in bianco e nero) costituirà la copertina del libro, all’interno del quale sarà pubblicato il lavoro vincitore della sezione parole.

Le opere devono essere inedite per poter partecipare al Premio.

Il Premio ha il patrocinio di :Biblioteche di Roma, Società italiana delle Storiche, Associazione Italiana di Storia Orale, Fondazione Lelio e Lisli Basso-Issoco, Associazione culturale Vita Romana (fondata da Barbara Fabiani),Noidonne, Golem Informazione, Il Cassetto, Circolo culturale “Il nome della Rosa”, Museo di Alatri,A Nord Est di Che, Eidos, Isri-Cisl, Associazione per la comunicazione e l’incontro dei popoli Macondo

(Per infrormazioni e regolamento completo del Premio http://www.infinitoedizioni.it/contenutof.php?d=pers5 e http://premiobarbarafabiani.blogspot.com/ ) (Inform)

I progetti di formazione realizzati in Etiopia, Zimbabwe, Ghana e Kenya da Provincia di Trento e Azienda per i Servizi Sanitari

SOLIDARIETA’ INTERNAZIONALE
Presentato oggi a Trento un libro curato dal giornalista Augusto Goio
“Sanità in Africa, uno sguardo differente”
I progetti di formazione realizzati in Etiopia, Zimbabwe, Ghana e Kenya da Provincia di Trento e Azienda per i Servizi Sanitari



TRENTO – “Noi conosciamo l'Africa come un continente di grande storia, l'origine del mondo, ma dove gli uomini ancora lottano e si fanno guerre. Non conosciamo l'Africa degli Africani”: comincia così il libro “Sanità in Africa - uno sguardo differente”, edito da Vita Trentina Editrice Sc, che è stato presentato questo pomeriggio a Trento, nella sala conferenze della Fondazione Caritro. Alla presentazione hanno partecipato l'assessore provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza Lia Giovanazzi Beltrami e l'arcivescovo di Trento monsignor Luigi Bressan.

“Un grazie sentito - ha detto l'assessore Giovanazzi Beltrami - a Vita Trentina, sia per questa pubblicazione che per come accompagna questo cammino di solidarietà. Qualcuno ha fatto notare che l'impegno nella solidarietà internazionale combacia con un periodo politico difficile. E' vero e probabilmente il dibattito su questi temi terrà banco, anche con toni critici, nell'imminente campagna elettorale provinciale. Questo però non ci scoraggerà perché crediamo in quello che facciamo. Il progetto di cui diamo conto oggi è partito quattro anni fa e ha coinvolto sia l'assessorato provinciale alla solidarietà internazionale e alla convivenza che l'Azienda provinciale per i servizi sanitari. L'obiettivo principale che ci siamo dati è quello di rafforzare la rete di contatti e relazioni tra il Trentino e il resto del mondo perché non vogliamo che la nostra terra si isoli cedendo all'egoismo. Abbiamo puntato sulla formazione e sull'autosufficienza dei destinatari del nostro intervento, per evitare qualsiasi pericolo di colonialismo della solidarietà, di rapporto di dipendenza tra chi riceve e chi da. Adesso è proprio chi ha beneficiato della formazione che la restituisce sotto forma di competenza applicata al campo medico e può salvare molte vite. Nel libro questa esperienza è raccontata con la massima trasparenza, senza nascondere cifre e costi, e in modo accattivante anche dal punto di vista grafico. Voglio dire il mio grazie alle donne e agli uomini che si impegnano per fare in modo che il mondo sia un luogo aperto, solidale e fertile”.

Il libro, curato dal giornalista Augusto Goio, racconta i progetti di formazione in ambito sanitario realizzati dalla Provincia autonoma di Trento e dall'Azienda Provinciale per i Servizi Sanitari in Etiopia, Zimbabwe, Ghana e Kenya, tra il 2010 e il 2012. Grazie a questa iniziativa giovani medici africani hanno potuto seguire corsi di formazione nella terapia chirurgica dell'idrocefalo, una malattia molto diffusa, ma curata pochissimo, operando in prima persona. Il volume, con testi in italiano e inglese, è arricchito da numerose fotografie e racconta come è nata e si è sviluppata l'idea che ha portato alla formazione in loco, da parte del dottor Michele Conti, medico chirurgo dell'ospedale S. Maria del Carmine di Rovereto, di tanti chirurghi e sanitari africani per renderli in grado di operare autonomamente i bambini affetti da idrocefalo. Oggi, fra Etiopia, Zimbabwe, Kenya e Ghana vi sono 23 ospedali in grado di intervenire per contrastare questa patologia che, se non curata, provoca menomazioni permanenti o la morte. “Sanità in Africa. Uno sguardo differente” raccoglie anche testimonianze dai paesi dove si sono svolti i corsi, come quella del dottor Carlo Spagnolli, medico chirurgo in Africa dal 1975, e testimonia il lento ma sicuro diffondersi di un modo differente di fare sanità in Africa. Alla presentazione, moderata dal direttore di Vita Trentina Marco Zeni, hanno presenziato anche il sindaco di Ledro Achille Brigà, appena rientrato da un impegno di solidarietà in Africa, il presidente della Federazione provinciale degli allevatori Silvano Rauzi e Franco Debiasi, dirigente dell'Apss. (lr/Inform)

Friuli Venezia Giulia guarda a Bielorussia per canale commerciale

INTERNAZIONALIZZAZIONE 
Friuli Venezia Giulia guarda a Bielorussia per canale commerciale



PORDENONE - La posizione baricentrica del Friuli Venezia Giulia permette a questa regione di dialogare apertamente con diversi Paesi dell'Europa e del mondo, tra cui la Bielorussia. Una nazione con la quale c'è espressa volontà di intessere rapporti commerciali, grazie ad una vocazione all'internazionalizzazione che è propria di questo territorio. Lo ha detto oggi a Pordenone l'assessore regionale alle Relazioni internazionali Elio De Anna incontrando nella sede di rappresentanza di Unindustria l'ambasciatore in Italia di quella Repubblica, Evgeny Andreevich Shestakov, in occasione di una tavola rotonda organizzata da Finest. L'obiettivo – sottolineano dalla Regione Friuli Venezia Giulia - era di far conoscere ai rappresentanti delle categorie economiche del Nord Est le potenzialità offerte dalla Bielorussia per poter avviare con essa dei rapporti economici. Oltre a De Anna, erano presenti il presidente di Finest Renato Pujatti, nonché i massimi rappresentanti provinciali di Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino di Unindustria. De Anna ha voluto ricordare all'ambasciatore le caratteristiche che contraddistinguono l'imprenditore del Nord Est: “Queste persone - ha detto De Anna - sono caratterizzate dalle tre 'i'. Sono infatti 'irrequieti', poiché sempre in movimento nella ricerca di nuovi partner, 'internazionalizzati' in quanto il più delle volte è oltre confine che trovano mercati nei quali esportare i loro prodotti. E infine 'innovatori', poiché prima nel processo e poi nel prodotto, cercano di inserire degli elementi che possano contraddistinguere la loro offerta, creando per loro vantaggio competitivo”.

De Anna si è inoltre soffermato sulla necessità di rivolgere lo guardo ad Est, ricordando che in tal senso è iniziato un percorso intrapreso dalla Regione nel corso della legislatura. “Abbiamo stretto ottimi rapporti con la Serbia - ha affermato - che rappresenta per noi la porta di ingresso verso l'ex Unione Sovietica. In questo senso ci auguriamo che anche la Bielorussia possa diventare un partner della Regione Friuli Venezia Giulia”. A definire l'ambito della cooperazione tra l'Italia e il Paese estero è stato lo stesso ambasciatore Shestakov. “L'attività internazionale della Bielorussia in Italia nel 2013 - ha detto il massimo rappresentante della diplomazia - incomincia proprio dal Friuli Venezia Giulia. Tra le due nazioni esiste un trattato internazionale firmato nel 2009 che sta dando buoni risultati. Infatti nell'ultimo anno i volumi di investimento dell'Italia in Bielorussia sono raddoppiati raggiungendo quota 200 milioni di euro, ma soprattutto si stanno reinvestendo i profitti generati nella produzione all'interno del nostro Paese”. (Inform)

Abruzzo: Il Museo Regionale dell’Emigrante a Introdacqua

ABRUZZO
Articolo di Goffredo Palmerini
Il Museo Regionale dell’Emigrante a Introdacqua
Un centro della memoria in uno dei borghi più belli d’Italia, paese natale di Pascal D’Angelo



L’AQUILA – In un’uggiosa giornata di fine febbraio, in bilico tra pioggia e minaccia di neve, partiamo per Introdacqua, per rispettare un impegno preso da tempo. Altrimenti, non verrebbe voglia di mettersi in strada. Per fortuna la compagnia di Serafino Patrizio, matematico insigne già cattedratico nell’ateneo aquilano con forte interesse per la storia dell’emigrazione, di sua moglie Pasqualina, una vita nell’insegnamento della letteratura italiana, e di Giuseppe Leuzzi, che per tre lustri ha guidato l’Ufficio Emigrazione della Regione Abruzzo, fa diradare la malinconia d’un cielo plumbeo di maltempo. La nostra conversazione è piacevole, trapunta di storie e memorie di migrazioni, giusto prologo all’escursione verso il suggestivo borgo peligno che ci porta a conoscere il Museo regionale dell’Emigrante, dedicato a Pascal D’Angelo. Mentre gli argomenti della conversazione coltivano l’interesse per una visita che si prevede densa di emozioni, già l’auto supera Barisciano, infilando la striscia d’asfalto che lungo l’altopiano ostenta una sequela di paesini turriti, arrancati ai due lati sulle falde dei colli che delineano l’acrocoro: Castelnuovo, San Pio delle Camere, Tussio, Caporciano, poi su uno sperone Civitaretenga, grazioso borgo conserva le vestigia d’un ghetto ebraico, cifra di trascorse consuetudini commerciali.

Lungo la statale che diritta si snoda fino a Navelli ed oltre fiorisce una teoria di belle chiese romaniche, a connotare tappe di spiritualità sul tracciato del tratturo magno che principiava ai piedi della collina di Roio, al margine della forte città demaniale, L’Aquila, arteria della transumanza di greggi e pastori verso l’Adriatico selvaggio e il Tavoliere delle Puglie. Una di quelle chiese, Santa Maria dei Centurelli, la più grande, ampia di spazi per la sosta delle greggi, con il fenomeno migratorio esploso dopo il 1861, conobbe la devozione degli emigranti che lì si raccoglievano in preghiera prima della partenza per terre straniere. Davanti al tempio, da qualche anno, è stato posto a memoria un monumento bronzeo all’emigrante, realizzato dall’artista aquilano Augusto Pelliccione. Ora, come da tempo immemorabile, le terre dell’altipiano producono l’oro rosso migliore del mondo, lo zafferano (crocus sativus), riconosciuto da un marchio Dop. Per diversi secoli il prezioso prodotto fece le fortune dell’Aquila, insieme alla lana e al panno aquilano, in fiorenti commerci con tutta Europa, favorendo l’insediamento nella città murata di numerose comunità di mercanti stranieri, ancor oggi presenti nella toponomastica cittadina. Un eccellente zafferano, si diceva, raccolto in gran copia e al tempo usato non in gastronomia, come oggi si penserebbe, ma per tingere tessuti.

In alto sulla sinistra, lungo il rettilineo, sfila Collepietro. Poi, oltre il bivio per San Benedetto in Perillis, la strada affonda ripida nell’infinita serpentina di curve e tornanti fino a raggiungere Popoli, vestibolo della Conca Peligna, retaggio d’un ampio lago nel Pleistocene prosciugatosi per la falla apertasi nelle Gole che ora la congiungono alla Val Pescara. Si supera il fiume Pescara, che qui ha le sue copiose sorgenti, per congiungersi più a valle con l’Aterno e proseguire verso il mare. Già sulla sinistra incombe il monte Morrone, così sacro agli Abruzzesi per l’impronta celestiniana. Si rivela già a mezzacosta con l’eremo incavato nella roccia dove l’eremita Pietro Angelerio fu raggiunto dal messaggero che gli portava l’annuncio dell’avvenuta sua elezione a pontefice, avvenuta il 5 luglio 1294 dal Conclave di Perugia. Da lì il monaco Pietro si partì, qualche giorno dopo, con una grande scorta di fedeli e di due sovrani, Carlo II d’Angiò e suo figlio Carlo Martello, alla volta dell’Aquila, per la sua incoronazione. La volle davanti la Basilica di Collemaggio il 29 agosto, con un’immensa partecipazione di fedeli - un cronista riferisce duecentomila - diventando papa Celestino V, passando presto alla storia per il suo profetico pontificato e per il gesto della rinuncia alla tiara papale, il 13 dicembre1294, ad appena cinque mesi dalla sua elezione. Un gesto straordinario, nella storia della Cristianità, ampiamente evocato in questi giorni dall’analogo gesto di papa Benedetto XVI, con dimissioni operanti dalle ore 20 del 28 febbraio. Non sono sfuggite, pur nelle specificità dei due contesti storici, singolari analogie nel gesto di grande umiltà e coraggio di Benedetto XVI e con quello di Celestino V, come pure la venerazione profonda che papa Ratzinger ha più volte espresso per il predecessore che liberamente rinunciò alla tiara.

Siamo ora a Sulmona, la città del poeta Ovidio Nasone, il più grande cantore dell’amore della latinità che qui era nato nel 43 a.C., morto in esilio a Tomi, sul Mar Nero. Abbiamo giusto il tempo d’ammirare l’abside della stupenda Cattedrale di San Panfilo, per costeggiare a destra la città e prendere la via per Introdacqua. Si supera l’antica fabbrica dei famosi confetti Pelino, poi la ferrovia, e già fuori dall’abitato s’intravede il profilo di Introdacqua, con il campanile e la torre medioevale che svettano sulla fuga di tetti del paese, inerpicato sui contrafforti del monte. Introdacqua è uno stupendo borgo sorto sul conoide all’estremità del Monte Genzana, laddove confluiscono le valli di Sant’Antonio e di Contra, ricche di acque. Per le valenze architettoniche, storiche ed ambientali, è riconosciuto tra i borghi più belli d’Italia, un vanto dell’Abruzzo che ne annovera ben 21 in seno al prestigioso Club. L’origine di Introdacqua si fa risalire al IX secolo ad opera dei cistercensi dell’abbazia di San Clemente a Casauria che, avendo in quel luogo terreni da coltivare, vi mandarono dei coloni. Nacque così la prima comunità, dipendente dall’abbazia, poi divenuta feudo di varie famiglie nobili, tra le quali si citano i D’Aquino e i Trasmondi. Nel XIII secolo il borgo si fortifica, con l’edificazione del Castello, per difendersi dagli esiti di lotte interne nella vicina Sulmona. Oggi Introdacqua, un centro con belle architetture e una curata qualità urbana, conta circa 2100 abitanti. Vi arriviamo a metà mattinata. Ci attende Gianfranco Mieli, infaticabile promoter e direttore del Museo Regionale dell’Emigrante. Ci accompagna a Palazzo Trasmondi, imponente edificio a quattro piani lato strada, ma l’ingresso del Museo è nel retro, risalendo per una suggestiva viuzza arcata, con bel pavimento a porfido bicolore.

L’edificio che ospita il museo caratterizza il centro storico di Introdacqua con la sua mole ed eleganza. La costruzione risale al XIII secolo e prende il nome dal casato proprietario, i Trasmondi appunto, che del paese furono gli ultimi feudatari. Nel corso degli anni il palazzo ha ospitato anche i Conti d’Avalos e i D’Aquino. Fu rifugio di Giovanni Quatrario, umanista e poeta amico del Petrarca che fuggiva da Sulmona. Nel 1853 ospitò Panfilo Serafini, scrittore e patriota sulmonese, perseguitato dai Borboni per le sue idee liberali. Il palazzo è al centro del paese e guarda su piazza Cavour. La nascita del Museo Regionale dell'Emigrante “Pascal D'Angelo” si deve all’Amministrazione comunale, determinata a creare uno spazio museale dedicato al poeta italoamericano Pasquale D’Angelo, che qui ad Introdacqua era nato nel 1894. Cosicché, a partire dal 2001, il Comune ha portato avanti il progetto acquisendo, in più riprese, alcuni locali all’interno di Palazzo Trasmondi. Saliamo al Museo, situato all’ultimo piano del palazzo, con accesso dal suo lato posteriore. Una scala in ferro e cristallo ci porta al piano, il restauro è assolutamente rispettoso dell’architettura originaria se non per un appropriato “ponte”, sospeso in diagonale tra le due sale, parte del percorso espositivo. E’ collocato a metà altezza rispetto al soffitto ligneo a vista del tetto. Le due sale non sono grandi, ma adeguate e funzionali al taglio dato al percorso espositivo, più indirizzato alla qualità che alla quantità espositiva. Presto la struttura museale potrà avvalersi di altre due sale attigue, ancora da completare nel restauro e nell’allestimento. Una di esse diventerà un ambiente multimediale, attrezzato per incontri e conferenze. L’attuale allestimento, sebbene austero, consente didatticamente di percorrere il fenomeno migratorio, specie verso le Americhe, attraverso appropriati pannelli con didascalie, bacheche ed espositori con documenti originali (passaporti, certificati, biglietti, liste passeggeri, ecc.), immagini fotografiche, piccoli oggetti significativi.

L’apparato espositivo del Museo Regionale dell'Emigrante si propone d’illustrare le vicende dell’emigrazione italiana dei primi anni Novecento, prendendo spunto dalle esperienze vissute dal poeta e scrittore Pascal D’Angelo, cui è dedicato. Il percorso museale, come si diceva, è in corso di completamento e si svilupperà su quattro ambienti principali. La Sala 1 sarà destinata ad ospitare i servizi di accoglienza del museo e gli apparati espositivi introduttivi; la Sala 2, già allestita, accoglie i contenuti relativi alle esperienze italiane ed americane di Pascal D’Angelo e cerca di raccontare le vicende del personaggio viste attraverso le sue opere letterarie. Le tematiche proposte nella Sala 3 offrono spunti di riflessione sul fenomeno della “Grande Emigrazione” in America, attraverso la proposta di documenti originali dell’epoca. Testi, suoni ed immagini sono a disposizione del visitatore, in modo da consentire a ciascuno di elaborare una visione personale del “fenomeno”. La Sala 4, in corso di allestimento, sarà destinata ad illustrare, in modo specifico, le vicende dell'emigrazione abruzzese, creando a tal fine un’area di approfondimento, o meglio, un vero e proprio “centro studi” in grado d’assicurare l’offerta didattica alle scuole e di mettere a disposizione gli strumenti basilari per approfondire le storie migratorie che riguardano l’Abruzzo. In parallelo con il percorso espositivo sull’emigrazione - e intimamente connesso con esso - si sta via via formando, con un effettivo work in progress, uno spazio dedicato agli strumenti e alle tecnologie che hanno permesso di tramandare la memoria. Tale spazio è pensato, sopra tutto, per le nuove generazioni che conoscono solo la tecnologia digitale e nemmeno immaginano quali meraviglie ci riservi anche solo il passato recente.

Il museo, inaugurato il 25 giugno del 2011, è attualmente visitabile nei giorni di sabato e domenica (dalle ore 9 alle ore 12) e, per scuole e gruppi organizzati, su prenotazione. La struttura, nella sua razionale ed efficace essenzialità, è un presidio importante della memoria dell’emigrazione abruzzese e bene ha fatto la Regione Abruzzo a dargli il suo riconoscimento. Magari, se il medesimo interesse fosse anche rivolto ad altri cespiti della memoria presenti nel territorio regionale, si potrebbe costituire un’organica rete espositiva mettendo a frutto, sinergicamente, le specificità e il patrimonio conservato. Davvero appropriata la dedica a Pascal D’Angelo, che dell’emigrazione abruzzese è un esempio illuminante per anni trascurato, ma finalmente rimbalzato negli anni recenti in tutto il suo interesse umano, sociale e letterario. Pasquale (Pascal) D’Angelo nasce il 19 gennaio 1894 a Introdacqua, nella frazioncina di Cauze, da una modesta famiglia di contadini, primo di due figli. Frequenta con profitto le scuole primarie, anche se con discontinuità, dovendo aiutare i genitori nel lavoro dei campi e accudire il piccolo gregge di pecore e capre, vera “ricchezza” della famiglia. Si distingue ben presto tra i coetanei per la sua vivacità, spesso fonte di guai, sia per le spiccate capacità d’apprendimento. A 12 anni il ragazzo smette di frequentare la scuola, lasciandosi alle spalle la fanciullezza per entrare nel duro mondo del lavoro dei campi.

Nel 1910, con suo padre Angelo, parte da Napoli per gli Stati Uniti imbarcato sul piroscafo Celtic, dichiarando d’avere 14 anni anziché 16, per aggirare le prescrizioni normative italiane sull’emigrazione che consentivano l’espatrio dei ragazzi al di sotto dei 15 anni senza il regolare libretto di lavoro. Dai documenti di sbarco (il cosiddetto manifest) risulta che padre e figlio disponevano di 90 dollari, somma più che sufficiente per rispettare i dettami delle leggi americane che non accoglievano chi era privo di mezzi economici. Risulta inoltre dai documenti che erano diretti presso un loro parente, Giuseppe De Santis, domiciliato a New York in piena Little Italy. Per accedere sul suolo americano, infatti, era indispensabile indicare un recapito cui appoggiarsi al momento dell’arrivo e fino a quando non si era nelle condizioni di avere una propria dimora. Il nuovo mondo si rivelerà ancor più duro della terra natìa, ma Pascal D’Angelo rimarrà caparbiamente in “America”, al contrario del padre e di molti altri suoi compaesani, deciso a mettere in gioco la sua vita fino in fondo per il suo sogno americano, convinto che “da qualche parte in questo paese … avrei trovato la luce”.

Inizia a lavorare nei cantieri ferroviari come operaio di fatica e in condizioni di pietoso sfruttamento, ma ben presto si rende conto dell’importanza d’imparare la lingua degli americani, per farsi strada. Nel frattempo dolorosamente matura la consapevolezza della sua natura poetica. Usa l’inglese, appreso con tenace determinazione frequentando le biblioteche pubbliche di New York, come mezzo per raccogliere e trasmettere le sue emozioni, la sua storia d’emigrante. Dopo innumerevoli e durissimi patimenti, il suo impegno letterario comincerà a vedere la luce: nel 1922 viene pubblicata su una rivista a larga diffusione la sua prima poesia, cui seguono altre liriche pubblicate su importanti riviste (The Bookman, Century, Current Opinion, Literary Digest, The Literary Review, The Nation, The New York Times, The New York Tribune The Saturday Review of Literature, The Springfield Republican). Di lui s’interessarono molti critici letterari, tra cui Carlo Van Doren, Seidel Canby, Giuseppe Prezzolini ed altri. Della sua storia e del suo caso si parla in America ed in Europa. Nel 1924 la casa editrice Macmillan di New York pubblica la sua autobiografia “Son of Italy”, suo primo ed unico romanzo. Ma la notorietà sarà effimera ed apparente, non cambiando di molto la sua vita grama. L’oblìo giungerà subito dopo e Pascal D’Angelo morirà a 38 anni in solitudine, il 17 marzo 1932, in un ospedale di Brooklyn per i postumi di una appendicectomia. Pascal D’Angelo, poeta del piccone e della pala - the pick and shovel poet come venne definito dai critici americani suoi contemporanei - è un personaggio di alta caratura artistica. I critici che si stanno attualmente occupando delle sue opere lo ritengono il precursore di un certo tipo di letteratura d’emigrazione.

Scrive il giornalista e saggista Giacomo D’Angelo riguardo all’emigrazione abruzzese in letteratura: “Slanci e scelte comuni si ravvisano nel percorso artistico, nell’educazione sentimentale di Pascal D’Angelo e di Francesco Ventresca, due nativi di Introdacqua, la cui vita inizialmente richiama il Martin Eden di Jack London, anche se D’Angelo visse drammaticamente e morì quando forse poteva assaporare la sua sofferta integrazione. Chi rivelò agli italiani Pascal D’Angelo fu Giuseppe Prezzolini, instancabile esploratore della italoamericanità, che in una corrispondenza del ‘34 (per il quotidiano romano “Il Tempo” diretto da Renato Angiolillo) si occupò di alcuni scrittori italiani di origine italiana: Emanuel Carnevali, Pascal D’Angelo, Michele Allinari, Antonio Calitri, Angelo Patri, Edoardo Corsi, Silvio Villa, Luigi Forgione, Garibaldi M. Lapolla. Scrive Prezzolini: « Pascal D’Angelo fu scoperto in un concorso di poesia dal più famoso dei critici americani, Carlo Van Doren. Era un semplice manovale, abituato a lavorar col piccone e colla pala, al quale una biblioteca locale aveva rivelato gusto per la parola (studiava sul dizionario inglese e si divertiva poi a sbalordire i compagni americani) e per le immagini».

È proprio Carlo van Doren, nella prefazione all’unico libro di D’Angelo, a narrare che fu raggiunto alla redazione di “The Nation”, di cui era redattore, da una lettera, un «grido disperato» che infranse il suo scetticismo e lo spinse a scrivere: «Dagli altipiani abruzzesi non è arrivato un altro bracciante, né un altro imprenditore e nemmeno un ennesimo uomo politico, bensì uno di quei figli di Ovidio della cui fama risplende ancora l’antica Sulmona». […] Luigi Fontanella, docente della State University di New York, - annota ancora Giacomo D’Angelo - afferma che il caso letterario di Pascal D’Angelo “rientra in un fenomeno di sociologia, quasi di «letteratura aggiunta», che, «piuttosto che essere considerata naturale componente del plurilinguismo espressivo americano, è stata spesso svilita o vista con occhio discriminante, benché ben camuffato dietro una benevola disposizione da parte dell’establishment letterario nord-americano». Si sarebbe prodotta un’autoghettizzazione letteraria, perché questi «scrittori espatriati hanno fatto quasi esclusivo oggetto letterario delle loro opere la propria biografia di emigrati diseredati»”, conclude Giacomo D’Angelo. Nel 1999, per le Edizioni Il Grappolo, Son of Italy è stato tradotto e pubblicato in Italia, facendo conoscere Pascal D’Angelo al largo pubblico. Dedicato allo scrittore l’omonimo Premio letterario, che quest’anno ha celebrato l’XI edizione vinta da Luigi Lombardo Satriani. Nelle precedenti edizioni, la Giuria presieduta dallo scrittore Dante Maffia ha tributato il Premio “Pascal D’Angelo”, tra gli altri, ad Alberto Bevilacqua, Sergio Zavoli, Dacia Maraini, Corrado Augias, Mario Specchio ed Emilio Del Mese.

La visita è conclusa, siamo davvero soddisfatti. Ringraziamo e salutiamo Gianfranco Mieli, studioso di migrazioni, per la sua preziosa disponibilità ad accoglierci ed accompagnarci nel viaggio virtuale lungo le rotte dell’emigrazione abruzzese. Resta giusto il tempo d’una visita al patrimonio artistico e architettonico del borgo. La prima tappa è la Chiesa Madre dedicata Maria SS. Annunziata, che conserva le spoglie del patrono di Introdacqua, San Feliciano Martire. La chiesa ha una struttura interna basilicale a tre navate e custodisce affreschi medioevali e rinascimentali, in particolare quello dedicato a S. Cristoforo. Adiacente si erge il Campanile seicentesco, in pietra locale e in stile romanico. Saliamo verso la Torre Medioevale, risalente al XII secolo, che sovrasta il borgo. Si tratta di un dongione a pianta quadrata con mura poligonali. Il Castello è il borgo antico di Introdacqua e comprende le case che circondano la Torre fino al Palazzo Marchesale. A ridosso del palazzo insistono le Porte della Terra, con funzione di difesa del vecchio borgo. Sulla chiave dell’arco della porta rivolta a nord compare lo stemma quadripartito della famiglia Trasmondi. Fontavecchia, l’antica fontana con una vasca rettangolare sulla quale è collocato un parapetto a cortina, presenta lo stemma in pietra del paese, con inciso l’anno di costruzione (1706). Questa grande fontana fu per molto tempo l'unico punto per attingere acqua per gli abitanti, altrimenti costretti a recarsi presso una delle sorgenti più vicine. Infine, una veloce visita alle altre chiese del paese: la Chiesa della SS. Trinità, ultimata nel 1706, conserva la statua della “Madonna che Vèle”, Madonna che corre verso il figlio risorto nell’annuale rappresentazione del giorno di Pasqua, che richiama in paese molti turisti facendo da pendant all’analoga e più famosa rappresentazione della “Madonna che scappa” di Sulmona. Solo una puntata, infine, alla Chiesa dell’Addolorata dove si custodiscono le statue di Cristo Morto e dell’Addolorata, che escono in processione il Venerdì Santo. Per finire, una visita ad Introdacqua merita un sicuro interesse e riserva più d’una sorpresa. (Goffredo Palmerini/Inform)

Napolitano: “Siamo uniti dal comune impegno europeo”


VISITA IN GERMANIA DEL CAPO DELLO STATO
Napolitano: “Siamo uniti dal comune impegno europeo”
“L’Italia non può non seguire la grande strada della costruzione europea”

BERLINO - "Stiamo costruendo insieme questa Europa unita che più che mai rappresenta la sola strada che i nostri paesi, i più grandi i più piccoli, possano seguire nel nostro continente, se vogliamo che soprattutto nel mondo globalizzato di oggi l'Europa continui a contare". E' quanto ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano incontrando la stampa al termine dei colloqui con il presidente Gauck. 

"Non dimentichiamo che quando si fondò la comunità ne erano parte sei paesi, tre grandi e tre piccoli, e questo mix di paesi di diversa dimensione, di diversa tradizione storica è stato decisivo per garantire il successo di questo processo di unificazione, che poi ha subito una svolta cruciale nel 1989, a partire da quello che è accaduto proprio qui in Germania con la caduta del muro di Berlino. 

Abbiamo dinanzi dei problemi molto difficili - ha proseguito il capo dello Stato - per quello che riguarda il consolidamento delle conquiste della costruzione europea, in campo finanziario, in campo economico, per quello che riguarda quindi il completamento dell'edificio dell'Unione economica e monetaria e per quello che riguarda i progressi da compiere in altre direzioni, avendo di mira l'unione politica". 

"Mi sono molto dedicato in questi sette anni - ha detto il presidente - al rafforzamento della reciproca fiducia tra Italia e Germania, ma dobbiamo dire onestamente che tanti nostri predecessori presidenti della Repubblica federale e presidenti della Repubblica italiana e anche tanti capi di governo del passato, italiani e tedeschi, hanno gettato solide basi per questa amicizia, che non può essere turbata anche da differenze di punti di vista". 

"Sono convinto che continuerà ad operare il rapporto tra i nostri due paesi, continuerà ad operare il Governo italiano che sarà formato nelle prossime settimane, dopo che si sarà insediato il nuovo Parlamento. Sono persuaso - ha proseguito Napolitano - che l'Italia non può non seguire la grande strada della costruzione europea, continuare a prendersi le sue responsabilità, fare la sua parte di sacrifici e dare il suo apporto al rilancio di uno sviluppo economico, sociale, civile e culturale che rafforzi l'unità del nostro continente, l'unità dell'Europa che abbiamo saputo costruire negli ultimi sessant'anni e che ha bisogno di nuovi passi avanti sulla via dell'integrazione". (Inform)

L’analisi del voto e delle preferenze degli italiani nel mondo


ELEZIONI POLITICHE 2013
Circoscrizione Estero
L’analisi del voto e delle preferenze degli italiani nel mondo
Numerosi fra i non eletti i candidati con all’attivo un alto numero di consensi

ROMA –A pochi giorni dal voto che ha cambiato il panorama politico italiano è possibile, grazie ai dati sulle preferenze della circoscrizione Estero diramati dal ministero dell’Interno, analizzare in profondità l’andamento delle elezioni che porteranno fra 15 giorni nel Parlamento italiano i rappresentanti delle nostre comunità nel mondo. 

Iniziamo dalla ripartizione Africa Asia Oceania Antartide dove alla Camera è stato eletto il deputato del Pd Marco Fedi con 8.366 preferenze. Tra i non eletti troviamo ai primi posti, per quanto riguarda le preferenze, Giuseppe Cossari (5.426) della lista Con Monti per l’Italia e Sharon Nizza (4.381) del Popolo della Libertà. Al Senato, sempre nella medesima ripartizione, ha invece conquistato il seggio a Palazzo Madama Francesco Giacobbe del Pd, con 6.978 preferenze. Fra i primi dei non eletti troviamo Ivano Ercole del Pdl (4003) e Nicola Carè della lista Con Monti per l’Italia (2.840). 

Più complessa la competizione nella ripartizione Europa dove alla Camera sono stati eletti Laura Garavini con 37.813 preferenze e Gianni Farina (22.079), entrambi già deputati del Pd, Picchi Guglielmo (20.650), già deputato del Pdl, Mario Caruso (12.576) della lista Con Monti per l’Italia, e Tacconi Alessio (12.557) del Movimento Cinque Stelle 

Fra i non eletti che hanno ottenuto più consensi segnaliamo Franco Narducci (15.919) , deputato uscente del Pd, Mario Zoratto (12.320) della lista Con Monti per l’Italia, Michela Baranelli (11.760) del Pd, Filippo Burnelli (11.281) del Movimento 5 Stelle e Carmelo Pignataro (9.632) del Pdl. 

Serrata anche la lotta per il Senato dove sono stati eletti Aldo Di Biagio (43.178) della lista Con Monti per l’Italia e già deputato di Futuro e Libertà, e Claudio Micheloni (28.410), già senatore del Pd. Fra gli esclusi troviamo Elio Carozza del Pd, il segretario generale del Cgie ha ottenuto 5.472 preferenze, Cristina Rizzotti 24.362, sempre del Pd, Maria Darè (23.585), della lista Con Monti per l’Italia e Raffaele Fantetti (22.155) del Pdl. 

Nella ripartizione America Settentrionale e Centrale troviamo per la Camera gli eletti Francesca La Marca (8.472) del Pd e Angela Rosaria Nissoli detta Fucsia (6.340) della lista Con Monti per l’Italia. Da segnalare in questo contesto l’alto numero di preferenze ottenute dal non eletto Amato Berardi (9.416), deputato uscente del Pdl, che è seguito a distanza da Giacomo Galletto (6.004) del Pd, Giovanni Rapanà (5.640), sempre del Pd e da Augusto Sorriso della lista Con Monti per l’Italia (5.434). Nella medesima ripartizione per il Senato è stato eletto il candidato del Pd Renato Guerino Turano (9.795). Fra i non eletti segnaliamo Basilio Giordano, il senatore uscente del Pdl ha ottenuto 10.177 preferenze, Vincenzo Arcobelli (7.363), della lista Con Monti per l’Italia e Rocco Di Trolio (6.491) del Pd. 

Molto articolata anche la situazione della ripartizione America Meridionale e centrale dove vengono eletti alla Camera Ricardo Merlo, il deputato uscente del Maie ottiene 71.273 preferenze, Fabio Porta (30.298), già deputato uscente del Pd, Renata Bueno dell’Usei (18.077) e Mario Borghese (14.300) del Maie. In questo ambito molti i non eletti con più di diecimila preferenze. Fra questi ricordiamo Claudia Antonini (13.906) del Pd, Luis Molossi (12.501) e Ioao Claudio Pieroni (12.160) del Maie, Iliana Ethel Calabrò (12.119) di Italiani per la Libertà, Eugeniuo Sangregorio (11.738) dell’Usei e Filomena Narducci (10.321) del Pd. Per quanto concerne invece il Senato i nostri connazionali del Sud America hanno eletto Claudio Zin (46.538) del Maie e Guilherme Fausto Longo ( 29.077) del Pd. Fra i non eletti che hanno ottenuto buoni risultati segnaliamo Walter Petruzziello ( 27.498) e Franco Tirelli (22.528), entrambi del Maie, Francisco Nardelli (22.583) del Pd e Edoardo Pollastri dell’Usei (16.052). (Inform)

Riunione ministeriale ristretta sulla Siria


FARNESINA
Riunione ministeriale ristretta sulla Siria
Aiuti all’opposizione. Stop alle violenze, Assad lasci

ROMA - Un appello al regime siriano per fermare immediatamente i bombardamenti e per l’uscita di scena del presidente Assad e una promessa di maggiore sostegno politico e materiale alla Coalizione nazionale siriana, riconosciuto l’unico legittimo rappresentante del popolo siriano. E’ stato questo l’esito della riunione presieduta dal ministro Giulio Terzi cui hanno partecipato i colleghi europei e arabi, il segretario di Stato americano John Kerry ed una delegazione della Coalizione guidata dal suo presidente Moaz al Khatib. 

Il regime fermi immediatamente i bombardamenti 

Nel corso della riunione - si legge nelle conclusioni - Al Khatib ha fornito un aggiornamento sui più recenti sviluppi della situazione sul terreno, denunciando le “sofferenze patite dal popolo siriano” e il numero crescente dei rifugiati. I ministri hanno manifestato “sgomento per le terribili condizioni” in cui versa la popolazione siriana e si sono appellate al regime per “fermare immediatamente i bombardamenti indiscriminati contro le aree urbane” i quali costituiscono “crimini contro l'umanità” e non potranno restare impuniti. 

Aiuti alla Coalizione e supporto al Libero Esercito Siriano 

I ministri hanno inoltre fortemente “stigmatizzato il flusso continuo di armamenti a favore del regime assicurato da paesi terzi” ed hanno promesso “un maggiore sostegno politico e materiale alla Coalizione, unico legittimo rappresentante del popolo siriano, e di fornire un’assistenza più mirata all’interno della Siria e un aiuto immediato ai Consigli Locali e all’Unità di Coordinamento dell’Assistenza”. Essi hanno sottolineato “l'obiettivo primario di favorire un mutamento dei rapporti di forza sul terreno”. In quest’ottica, i programmi di assistenza “saranno più strettamente coordinati per sostenere il Comando Militare Supremo del Libero Esercito Siriano a protezione del popolo siriano e per rafforzare le sue capacità di auto-difesa” e per sostenere il ruolo della Coalizione “nella costruzione di un sistema democratico basato sull’eguaglianza di tutti i cittadini”. 

Seguire la roadmap di Ginevra 

I ministri hanno quindi esortato il regime ad accettare “l’iniziativa politica” avviata dalla Coalizione inclusa la questione “dell’allontanamento del presidente Assad, la fine dei massacri e la liberazione dell'enorme numero di prigionieri detenuti dal regime in condizioni spaventose”. L’obiettivo è di “creare condizioni favorevoli ad una soluzione negoziata, con obiettivi chiari, in linea con le finalità stabilite dalla roadmap di Ginevra”. 

Terzi: incontro positivo, determinati a passi avanti 

Dall’incontro è emersa "una chiara determinazione a fare un passo avanti" nel sostegno e negli aiuti all'opposizione siriana, ha affermato Terzi al termine dell’incontro romano, giudicandolo "importante e positivo". Per il titolare della Farnesina il regime siriano sta compiendo "veri e propri crimini contro l'umanità". 

Kerry: uniti per aiutare il popolo siriano 

"Con voce unita esprimiamo l'impegno di aiutare il popolo siriano per ottenere il suo obiettivo di vivere in una società libera e giusta. Il loro obiettivo è il nostro obiettivo, quello di avere in futuro migliore" che però "non avverrà finche Assad rimarrà al potere", ha sottolineato il segretario di Stato Usa John Kerry al termine della riunione, annunciando che gli Stati Uniti forniranno 60 milioni di dollari all'opposizione. (Inform)

Riunione ministeriale ristretta sulla Siria


FARNESINA
Riunione ministeriale ristretta sulla Siria
Una nota del Ministero degli Esteri. Maggiore sostegno politico e materiale alla Coalizione Nazionale dell’opposizione siriana

ROMA - Il ministro degli Affari Esteri Giulio Terzi ha presieduto oggi una riunione a sostegno della Coalizione Nazionale dell’opposizione siriana cui hanno partecipato oltre a ministri degli esteri USA, di Paesi arabi ed europei, una delegazione della Coalizione guidata dal suo presidente Moaz al Khatib. 

Nel corso della riunione - è detto in una nota del Mae - Al Khatib ha fornito un aggiornamento sui più recenti sviluppi della situazione sul terreno, denunciando le sofferenze patite dal popolo siriano in ragione della crescente radicalizzazione del conflitto e dei crimini commessi dalle forze del regime e dalle milizie ad esse affiliate, inclusi i bombardamenti indiscriminati e l’uso di missili scud contro obiettivi civili ad Aleppo e Raqqah. Al Khatib ha posto l’accento sul numero crescente di rifugiati e di sfollati in condizioni disperate e ha rinnovato alla comunità internazionale la sua forte esortazione affinché venga messo fine al bagno di sangue. Il leader della Coalizione ha inoltre energicamente condannato ogni atto di terrorismo che ha come obiettivo la popolazione civile. 

I ministri hanno manifestato sgomento per le terribili condizioni in cui versa la popolazione siriana, sottoposta alla costante minaccia dovuta all’inaudito livello di violenza: il regime deve immediatamente fermare i bombardamenti indiscriminati contro le aree urbane, i quali costituiscono crimini contro l'umanità e non potranno restare impuniti. I ministri hanno inoltre fortemente stigmatizzato il flusso continuo di armamenti a favore del regime assicurato da paesi terzi. Hanno inoltre manifestato solidarietà ai paesi confinanti della Siria sottoposti ad una forte pressione a causa del massiccio arrivo di rifugiati, impegnandosi a sostenerli e a salvaguardarne la stabilità. 

Fermamente decisi ad agire, i ministri hanno promesso un maggiore sostegno politico e materiale alla Coalizione, unico legittimo rappresentante del popolo siriano, e di fornire un’assistenza più mirata all’interno della Siria e un aiuto immediato ai Consigli locali e all’Unità di Coordinamento dell’Assistenza. Essi hanno sottolineato l'obiettivo primario di favorire un mutamento dei rapporti di forza sul terreno. In quest’ottica, hanno passato in rassegna i programmi di assistenza presenti e futuri che saranno più strettamente coordinati per sostenere il Comando militare supremo del Libero Esercito Siriano a protezione del popolo siriano e per rafforzare le sue capacità di auto-difesa. L’assistenza sarà anche diretta alla Coalizione per sostenere il suo ruolo nella costruzione di un sistema democratico basato sull’eguaglianza di tutti i cittadini, senza distinzioni etniche, di genere, religiose e di orientamento politico. I ministri hanno sottolineato l’esigenza imprescindibile di salvaguardare l’unità e l’integrità territoriale della Siria. 

Essi hanno manifestato apprezzamento per gli sforzi sin qui profusi dalla Coalizione per mettere a punto le proprie strutture operative interne per rispondere in maniera efficace alle crescenti sfide umanitarie, politiche, diplomatiche che si prospettano per il futuro. Allo stesso tempo, hanno incoraggiato la Coalizione a intensificare i propri sforzi per includere tutte le comunità costituenti della società siriana. La delegazione della Coalizione ha aggiornato sul processo di graduale istituzione delle proprie strutture interne e ha reso nota l’imminente nomina del capo del governo provvisorio che sarà chiamato ad operare in territorio siriano. 

I ministri hanno inoltre ricevuto un aggiornamento circa i parametri dell’iniziativa politica che è stata recentemente avviata dalla Coalizione. Essi hanno esortato il regime a cogliere questa opportunità e ad accettare le condizioni appropriate che permetterebbero l’avvio di tale processo, inclusa la questione dell’allontanamento del presidente Assad, la fine dei massacri e la liberazione dell'enorme numero di prigionieri detenuti dal regime in condizioni spaventose. La possibilità di instaurare corridoi umanitari è stata tenuta in considerazione. La finestra di opportunità per l’avvio dei negoziati non può essere usata dal regime per guadagnare tempo. 

I ministri hanno esortato i principali attori internazionali e regionali ad agire responsabilmente e a cogliere questa occasione per creare condizioni favorevoli ad una soluzione negoziata, con obiettivi chiari, in linea con le finalità stabilite dalla roadmap di Ginevra, recentemente richiamate dall’Inviato speciale dell0Onu e della Lega Araba Brahimi di cui essi apprezzano e sostengono pienamente gli sforzi. I ministri - così termina la nota della Farnesina - hanno deciso di proseguire la riflessione circa le modalità per accrescere il loro sostegno alla Coalizione attraverso costanti contatti a livello di alti funzionari e di incontrarsi con continuità ove necessario. (Inform)

Il Pd sul voto degli italiani all'estero


PARTITI
Elezioni 2013. Con voti degli italiani all’estero il Pd sorpassa M5S ed è il primo partito anche alla Camera dei Deputati

ROMA - Alla luce del risultato del voto all'estero il Partito Democratico supera il Movimento 5 Stelle e diventa il primo partito per voti espressi anche alla Camera. Lo ha sottolineato lo stesso Pd, ringraziando pubblicamente gli elettori all'estero. 

"Ringraziamo - è detto in una nota del Pd- i cittadini italiani all`estero che con il loro voto hanno fatto del Partito Democratico il primo partito italiano. Nel difficile momento che il nostro Paese sta attraversando sul piano interno e internazionale, un elettore all`estero su tre ha visto nel Pd il soggetto al quale affidare la responsabilità di guidare l`Italia verso un cammino di cambiamento e di ripresa. Questa scelta, peraltro, ha consentito al Pd di aumentare di un parlamentare la sua rappresentanza di eletti all`estero. Oggi, dei diciotto parlamentari assegnati alla circoscrizione estero, nove sono espressione del Partito Democratico. I voti che il Pd ha ottenuto dagli italiani all`estero, sommati a quelli conseguiti in Italia, consentono ai democratici di superare il Movimento 5 Stelle e di essere il primo partito italiano anche alla Camera". 

"Gli italiani all`estero - è scritto ancora nella nota - sono per la nostra Costituzione cittadini a tutti gli effetti che, come tali, debbono essere considerati in tutti i passaggi della nostra vita nazionale, elettorali e non. Il voto è una delle maggiori espressioni dei diritti del cittadino. In nessun caso è lecito ignorarne il peso e il significato politico". (Inform)

Cresce il consenso per il Maie anche in Nord e Centro America


ELEZIONI POLITICHE 2013
Cresce il consenso per il Maie anche in Nord e Centro America
Soddisfatto il coordinatore del Maie in Centro America, Ricky Filosa

ROMA – Il Movimento Associativo Italiani all’Estero (Maie) segnala in una nota il consenso elettorale raggiunto anche nella ripartizione America settentrionale e centrale, in cui i candidati del Movimento erano stati inseriti nella lista di “Con Monti per l’Italia”, a seguito di una decisione adottata dai coordinatori Maie di Usa, Canada e Centro America. 

Evidenziati in particolare i risultati raggiunti in Centro America, in Repubblica Dominicana e Costa Rica, dove la lista “Con Monti per l’Italia” ha seguito di pochi punti percentuali il Pdl, in forte calo di consensi. La lista “Con Monti per l’Italia” vince poi in Messico, dove risulta essere “il primo partito, il più votato, con oltre il 30% di preferenze sia alla Camera che al Senato, contribuendo così – afferma il coordinatore del Maie in loco, Stefano Stortoni - a garantire una rappresentanza parlamentare nella nostra ripartizione elettorale, da noi fortemente sostenuta”. Stortoni sottolinea anche le difficoltà riscontrate in campagna elettorale. “È un vento nuovo che non si fermerà – prosegue, - la sfida è appena iniziata e i nostri parlamentari dovranno far fronte ad un periodo, breve o lungo che sia, assai complicato e si dovrà innanzi tutto rivedere subito la legge elettorale, compresa la modalità di voto all’estero”. 

Soddisfatto anche Ricky Filosa, coordinatore del Maie per l’America Centrale, che sottolinea il ruolo importante svolto in campagna elettorale dal mensileAzzurro Caribe, diretto da Ennio Marchetti, coordinatore del Movimento a Las Terrenas, organo ufficiale di comunicazione del Maie in loco.”Siamo una squadra che continuerà ad allargarsi e a crescere: finite le elezioni, ottenuto il risultato che volevamo – afferma Filosa, - ci prepariamo tutti insieme a organizzarci ancora di più per potere arrivare ovunque ci sia una comunità italiana desiderosa di attenzione, in tutto il Centro America”. (Inform)

Silvana Mangione: Siamo al Day After


STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Su “La Gente d’Italia” del 28.2.2013 un articolo di Silvana Mangione
Siamo al Day After
Fra i nostri eletti ci sono alcune conferme, mentre scompaiono parecchi protagonisti degli ultimi sette anni di presenza dei parlamentari “esteri”

NEW YORK - Nei film di fantascienza dopo una catastrofe procurata da esplosioni nucleari o da una scossa violenta di madre Natura si parla di “day after”. Siamo al Day After, dopo il terremoto elettorale in Italia, e la fine dello spoglio dei voti per la circoscrizione estero. Abbiamo i nomi dei magnifici 18, che ci accompagneranno per tutta la vita di uno dei parlamenti più improbabili e accidentati della nostra storia dal dopoguerra ad oggi. Sono certa che qualcuno sta pensando: ridateci i governi balneari, quelli di salute pubblica, i governi traghetto, che erano comunque composti da capitani di lungo corso e guidati da esperti statisti, capaci di affrontare i momenti più ardui e pericolosi per l’Italia e superarli con concretezza e intelligenza. Per merito loro ci risollevammo dalla svalutazione della lira, entrammo nell’Eurozona, siamo la terza economia europea o forse la seconda. Spero che in questa difficilissima congiuntura ci sarà da parte di tutti la volontà di mettere l’Italia al primo posto, ivi inclusi gli italiani all’estero, in tutte le sfaccettature delle loro complesse realtà. 

Fra i nostri eletti ci sono alcune conferme, mentre scompaiono parecchi protagonisti degli ultimi sette anni di presenza dei parlamentari “esteri”. Iniziando dal PD, il partito più votato fuori dai confini, fra chi ha lavorato meglio per le nostre collettività vanno certamente indicati alla Camera Fabio Porta, Marco Fedi e Laura Garavini, sempre presenti, attenti ascoltatori delle nostre istanze e sinceri nel dirci quello che si poteva fare e ciò che era secondo loro impossibile. Con meraviglia di molti non è stato rieletto in Europa Franco Narducci, già vice presidente della Commissione Esteri, che perde il testa a testa con Gianni Farina, ora alla sua terza legislatura. 

Al Senato in Nord e Centro America si riconferma Renato Turano, che ha impostato tutta la sua campagna elettorale su competenza ed esperienza e sull’impegno a portare a termine le iniziative positive che aveva avviato nel corso del suo primo mandato (2006 – 2008). Si riconferma in Europa Micheloni, il geniaccio, testardo come tutti gli abruzzesi, che, non si sa come, è riuscito a superare l’opposizione dell’intero mondo degli italiani all’estero alla sua proposta di legge distruttiva delle rappresentanze di base – Comites e CGIE – e a prevalere per una minuscola manciata di voti sul Segretario generale del CGIE, Elio Carozza. 

Fra gli interlocutori seri e aperti al dialogo in Europa è riconfermato Aldo Di Biagio al Senato, candidato questa volta nella Lista Monti, che all’estero si colloca al secondo posto ed elegge due deputati e un senatore. Altrettanto fa il MAIE, che premia con la rielezione il suo deus ex machina Ricardo Merlo, il grande maestro concertatore e direttore d’orchestra del Movimento nel mondo. Praticamente scomparso il PdL, che perde pezzi a favore della Lista Monti e del MAIE, e porta a casa soltanto un deputato, Guglielmo Picchi in Europa, al quale auguriamo di voler finalmente comprendere che la galassia italiana all’estero desidera essere ascoltata e non contrastata, depauperata ed ostacolata in ogni sua proposta, come è successo per tutto il precedente mandato del governo Berlusconi. 

Vittime eccellenti, si fa per dire, della debacle pdiellina sono Giuseppe Angeli in America Latina, Massimo Romagnoli in Europa e, in Nord e Centro America, l’ex senatore Basilio Giordano, l’ex deputato Amato Berardi, nonché l’ex deputato Salvatore Ferrigno (2006 – 2008, non ricandidato dal PdL nel 2008) che, pur avendo costruito un nuovo partito intitolato “Insieme per gli italiani nel mondo”, conquista soltanto 2.371 voti personali e annovera, fra i co-candidati certa De Grandis Sabbia in Auriti, colei che ha raccolto il minor numero di preferenze: 235, inversamente proporzionali al suo prolisso e turgido curriculum vitae, che richiederebbe un volume della Treccani. 

C’è poi il lungo elenco dei Consiglieri del CGIE, candidati e non eletti, fra cui Augusto Sorriso (ex PdL ora Monti/MAIE), Gian Luigi Ferretti (ex alcune cose ora MAIE), Claudio Pieroni, Antonio Laspro, Nello Collevecchio, Ugo Di Martino (MAIE); Filomena Narducci, Renato Palermo, Elio Carozza, Giovanni Rapanà (PD) e ne avrò certamente dimenticato qualcuno. 

Davvero eclatanti sono i casi delle due donne elette in America Settentrionale e Centrale: Francesca La Marca per il PD; Angela Rosaria Nissoli Fitzgerald detta Fuchsia per la Lista Monti. Non ho mai avuto l’onore e il piacere di conoscere la prima delle due. Ho incontrato più volte la seconda. Ho guardato i loro siti, ho letto le loro presentazioni, ho visto le loro foto di belle donne eleganti. Se mi si permette una chiosa, ho visto che una delle due si autodefinisce “membro” di comitati. Pur non essendo mai stata una femminista (ma sempre una womanist, il che è molto diverso), a suo tempo io chiesi e ottenni che i “membri” del Comitato di Presidenza del CGIE, dato che ci sono due donne, fossero invece chiamati “componenti” del CdP. Così fu fatto. Per noi e per le due elette, mi auguro che ci rappresentino degnamente e sono certa che lo faranno. Ricordino che i riflettori sono sempre puntati con maggiore puntigliosità e cattiveria sulle donne in carica. 

E in questo passaggio politico di infinite difficoltà per l’Italia, periodo in cui gli eletti all’estero saranno considerati utili soltanto al Senato, perché incrementano il PD di quattro unità e Monti e MAIE di una unità ciascuno, non possiamo permetterci di parlare dell’emigrazione in termini vaghi, non rispondenti alle realtà che viviamo e all’infinito potenziale di intervento a favore del nostro Paese d’origine da parte di questo immenso reservoir di professionalità, capacità e ricchezze morali e materiali. Con maggiore calma e con tutti i dati alla mano faremo l’analisi degli eventuali errori commessi nelle scelte dei candidati, nelle gestioni delle singole campagne elettorali, alcune davvero ridicole, nei programmi e nelle prospettive future. Adesso, l’unica cosa che abbiamo il dovere di fare è augurare a tutti i magnifici 18 di lavorare bene, con umiltà, tutti insieme, evitando di trasformarsi in servi sciocchi o utili signorsì per le compagini all’interno delle quali si trovano. In bocca al lupo! (Silvana Mangione*-La Gente d’Italia /Inform) 

* Vice segretario del CGIE per i paesi anglofoni extraeuropei

Riunione dell'Ufficio di Presidenza della Fusie


FUSIE
Si è riunito l’Ufficio di Presidenza della Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero

ROMA – L’ufficio di Presidenza della FUSIE – Federazione Unitaria della Stampa Italiana all’Estero si è riunito oggi a Roma, con la partecipazione del presidente Cretti, del vice presidente Prencipe e del segretario generale Della Noce per fare il punto su una serie di problematiche che interessano la testate italiane all’estero, anche alla luce dei recenti colloqui intercorsi con il Dipartimento Editoria della Presidenza del Consiglio dei Ministri. 

Nel corso di tali colloqui sono stati compiuti ulteriori e soddisfacenti passi avanti nel quadro delle consultazioni avviate dal Dipartimento sul testo del nuovo regolamento di attuazione dell’art 1bis del decreto legge 18 maggio 2012 n.63, convertito con Legge 16.07.2012 n.103. Passi avanti che consentiranno in tempi brevi l’arrivo del provvedimento all’esame del Consiglio dei Ministri. 

E’ stato, inoltre, preso atto con soddisfazione che, come ha più volte richiesto la nostra Federazione, è stato assicurato da parte della Presidenza del Consiglio l’impegno a convocare entro la seconda decade di marzo la Commissione che dovrà deliberare sui contributi relativi all’anno 2011. 

Tra le tematiche organizzative, è stata fatta anche una valutazione della campagna di tesseramento 2012, appena conclusa, i cui risultati sono stati giudicati soddisfacenti, così come molto incoraggiante è stato valutato l’impatto degli iscritti con il sito internet della FUSIE ( www.fusie.it). Tra i progetti, nelle prospettive del 2013, è stata inserita l’eventuale organizzazione di un convegno di studi sul tema dell’informazione on-line. 

Infine, l’ufficio di presidenza della FUSIE ha valutato molto positivamente il contributo determinante delle testate periodiche italiane all’estero fornito, in occasione della consultazione elettorale appena conclusasi, per un’informazione capillare, pluralistica e tempestiva ai circa 3,5 milioni di elettori italiane residenti all’estero. (Inform)

Di Biagio (Con Monti per l’Italia) sulla visita del presidente Napolitano in Germania


ITALIANI ALL’ESTERO
Di Biagio (Con Monti per l’Italia) sulla visita del presidente Napolitano in Germania
“Commozione e rispetto sinceri verso gli italiani residenti in Germania, base cui partire per ripensare l’Italia del Futuro”

ROMA - “Le parole di incoraggiamento e di orgoglio del presidente Napolitano ieri a Monaco di Baviera, accompagnate da commozione e rispetto sinceri verso gli italiani residenti in Germania rappresentano la base da cui partire per ripensare l’Italia del Futuro, più europea, più vivace e soprattutto memore della dignità di chi ne contribuisce alla costruzione dentro e fuori ai confini nazionali”. Lo dichiara Aldo Di Biagio, eletto al Senato per la lista “Con Monti per l’Italia” nella ripartizione Europa, a margine della visita di Stato di Napolitano in Germania. 

“Noi siamo sempre stati orgogliosi dell’Italia che produce, che pensa, che crea, e che lavora, - spiega Di Biagio – ed è questa l’Italia che noi definiamomigliore quella che merita di essere valorizzata promossa ed esaltata e della quale i protagonisti indiscussi sono anche i connazionali all’estero, anche se spesso si tende a dimenticare”. 

“L’incontro in Germania del presidente è l’ultimo del suo settennale e questa concomitanza ci appare come un lascito simbolico ai connazionali – sottolinea, - orientato alla valorizzazione e alla promozione dell’italianità e della dignità che la caratterizza, segnale che l’Italia comincia a fare i conti con la sua storia e da questo vogliamo trarre le linee guida per la nostra azione politica” 

“Voglio ringraziare il presidente Napolitano – conclude Di Biagio – per essere stato un esempio dell’Italia migliore”. (Inform)

Alla SIOI il Master in Protezione Strategica del Sistema Paese


ALTA FORMAZIONE
Alla SIOI il Master in Protezione Strategica del Sistema Paese - Le Infrastrutture Critiche
Aperte le iscrizioni alla prima edizione dell’iniziativa in programma dal 3 maggio al 9 novembre 2013

ROMA – Sono aperte le iscrizioni alla prima edizione del Master in Protezione Strategica del Sistema Paese - Le Infrastrutture Critiche che si svolgerà presso la sede della Società Italiana per l’Organizzazione Internazionale a Roma, dal 3 maggio al 9 novembre 2013.
Il Master si propone di far acquisire una conoscenza approfondita delle tecniche decisionali e di gestione strategica della protezione dei beni e servizi vitali per il sistema Paese, quali l’energia, la finanza, le telecomunicazioni, la logistica, i trasporti, la catena alimentare, l’acqua, la sanità, i beni culturali, il sistema industriale. 

L’obiettivo è formare personale per la gestione della sicurezza di infrastrutture pubbliche e private, personale dei servizi di intelligence, funzionari istituzionali o delle aziende, fornendo gli elementi necessari a formulare politiche di investimento e piani per la gestione e il superamento delle crisi e gli strumenti atti a fronteggiare le problematiche di protezione da minacce naturali e antropiche, comprese quelle cibernetiche. 

L’iniziativa è rivolta a giovani laureati in tutte le discipline, dirigenti e funzionari della pubblica amministrazione civile e militare, funzionari di Ambasciate, dirigenti e funzionari delle imprese, giornalisti, ricercatori. Sono previste 250 ore di didattica frontale e 400 di studio individuale con la redazione di uno studio finale. Tra i docenti anche funzionari della National Security Agency – NSA. 

Le lezioni si svolgeranno il venerdì pomeriggio (dalle ore 14 alle 18) e il sabato mattina (dalle 9 alle 14), con una pausa estiva dalla seconda metà di luglio alla prima metà di settembre. 

Arcobelli (Con Monti per l'Italia) ringrazia sostenitori e connazionali della ripartizione America settentrionale e centrale


ELEZIONI POLITICHE 2013
Vincenzo Arcobelli ringrazia sostenitori e connazionali residenti nella ripartizione America settentrionale e centrale
Il candidato al Senato per la lista “Con Monti per l’Italia”, nonostante gli oltre 7.000 voti ricevuti, risulta tra i non eletti di questa consultazione elettorale

HOUSTON – Vincenzo Arcobelli, candidato per la lista “Con Monti per l’Italia” nella ripartizione America settentrionale e centrale, pur risultando tra i non eletti in questa consultazione elettorale, ringrazia i connazionali che lo hanno votato (7.363, secondo i dati diffusi dal ministero dell’Interno). “Il mio grande rammarico, in questa occasione – scrive, – è quello di non poterli rappresentare e servire degnamente e utilmente come avevo promesso e mi ero prefisso”. 

I ringraziamenti vengono estesi a famiglia, amici, sostenitori e fedelissimi del Comitato Tricolore Italiani nel Mondo, per averlo “incoraggiato ad accettare questa sfida in nome e per l’onore di tanti connazionali lontani come me dalla patria”. 

“Abbiamo fatto il possibile, ed il fatto di essere arrivato non tanto lontano dall’elezione a senatore della Repubblica Italiana mi ha comunque inorgoglito e gratificato – prosegue Arcobelli, sottolineando anche i tempi ristretti di questa campagna elettorale, in particolare all’estero. “Al di là del risultato finale, auguro ai neo eletti per la Camera Francesca La Marca e Fucsia Nissoli e, per il Senato, Renato Turano un proficuo lavoro e le mie vive congratulazioni – scrive, auspicando un impegno a favore del bene del Paese “al di là della appartenenze ideologiche e partitiche”. 

Nel messaggio viene espressa inoltre soddisfazione per l’elezione di Fucsia Nissoli, candidata alla Camera per la lista “Con Monti per l’Italia”, e per il lavoro svolto da tutti i candidati della medesima lista nel corso della campagna elettorale, indispensabile a questo risultato. 

Arcobelli assicura che proseguirà a svolgere il suo impegno in favore dei connazionali all’estero e richiama alla memoria coloro che hanno ispirato e ispirano tale impegno, gli scomparsi Mirko Tremaglia, Bruno Zoratto e Davide Piscopo. (Inform)

Nuova riunione della Consulta per l’integrazione del Governo tedesco


ITALIANI ALL’ESTERO
A Berlino una nuova riunione della Consulta per l’integrazione del Governo tedesco
Ha partecipato in qualità di rappresentante dell’Intercomites della Germania Giuseppe Scigliano

BERLINO – Giuseppe Scigliano, presidente del Comites di Hannover, ha partecipato in qualità di rappresentante dell’Intercomites della Germania alla recente riunione della Consulta per l’integrazione del Governo tedesco presieduta dal ministro Maria Boehmer. 

All’ordine del giorno – fa sapere in una nota lo stesso Scigliano - figuravano i resoconti dei due gruppi di lavoro che avevano seguito rispettivamente i temi: partecipazione politica dell’immigrazione; partecipazione sociale dell’immigrazione. 

L’acquisizione della cittadinanza da parte degli immigrati ha costituito il punto centrale dell’analisi sviluppata dal primo gruppo, che ha sottolineato come la cittadinanza sia solo uno dei requisiti che influiscono sulla partecipazione politica. L’analisi del tema verrà proseguita anche nei prossimi mesi, per cui si prevede che la presentazione dei risultati avverrà con il nuovo governo. 

Il secondo gruppo di lavoro ha presentato invece i risultati sulla partecipazione sociale degli immigrati. Argomenti centrali sono stati l’integrazione scolastica e l’acquisizione della lingua tedesca a partire dall’asilo. I membri della Consulta, tenuto conto dei risultati delle valutazioni espresse dal gruppo di lavoro, dopo aver integrato il documento finale lo hanno approvato per l’inoltro al Governo tedesco per i successivi provvedimenti. 

Nel corso dell’incontro il ministro Böhmer ha richiamato quanto avvenuto in questi anni sul fronte dell’integrazione, tra cui molte iniziative, manifestazioni, leggi e soprattutto capitali per facilitare l’integrazione e sviluppare la cultura del benvenuto, valorizzando gli stranieri presenti in Germania. Tra le difficoltà riscontrate, il ministro si è soffermato su quelle relative al riconoscimento dei titoli di studio conseguiti all’estero, in particolare per le lauree in ingegneria e per quelle che abilitano all’insegnamento. In programmazione anche un incontro con le Consulte per l’Integrazione di Olanda e Austria e la convocazione, da parte di Angela Merkel, del Forum per l’Integrazione, prevista per il maggio. Tema di questo nuovo Integratiponsgipfel sarà il mercato del lavoro. 

A Scigliano e Virginia Wangare Greiner il ministro Böhmer ha consegnato in questa occasione un riconoscimento per la recente acquisizione della cittadinanza tedesca, ringraziandoli per l’impegno svolto in Consulta. (Inform)